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WAI - W omen A mbassadors in I taly Donne, lavoro e imprese Firenze, 20 gennaio 2011. ITALIA 2020 Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro ( 1 DICEMBRE 2009). 1. L’occupazione come misura della identità di un Paese
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WAI - Women Ambassadors in Italy Donne, lavoro e imprese Firenze, 20 gennaio 2011
ITALIA 2020 Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro (1 DICEMBRE 2009)
1. L’occupazione come misura della identità di un Paese • L’andamento della occupazione femminile costituisce, soprattutto in un Paese come l’Italia, il parametro più efficace per comprendere e misurare la doppia valenza, non solo economica ma anche sociale, della modernizzazione del mercato del lavoro e, più in generale, del nostro modello sociale nell’ottica della società attiva.
2. Occupazione: presupposto oppure ostacolo alle scelte della vita? • Solo sostenendo l’occupabilità delle persone, l’adattabilità di lavoratori e imprese, l’auto-imprenditorialità avremo mercati del lavoro aperti e inclusivi e una più effettiva parità di opportunità tra uomini e donne. Così come solo sostenendo adeguatamente la famiglia e, all’interno di essa, la donna potremo avere maggiore prosperità e sviluppo e con esso maggiore inclusione e giustizia sociale.
Le cinque priorità di Europa 2020 • il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; • il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in ricerca e sviluppo (R&S); • i traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti; • il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma; • 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà.
Occupazione: target di Lisbona 75%. Dati Eurostat 2009 Totale Femmine Maschi
Tassi di occupazione per genere e per circoscrizione geografica. Fonte Istat 2009
Si legge in “Italia 2020” • Il ritardo rispetto all’Europa e ai benchmark di Lisbona è attribuibile per intero ai modesti tassi di occupazione femminile nelle Regioni del Mezzogiorno che, infatti, si colloca sui livelli più bassi di tutti i restanti Paesi dell’Unione. • Le problematiche della occupazione femminile nel nostro Paese sono, dunque, largamente imputabili ai persistenti differenziali tra Nord e Sud rispetto alla domanda di lavoro e alle reali opportunità occupazionali offerte dalle economie locali.
Occupabilità delle persone • Adattabilità di lavoratori e imprese • Auto-imprenditorialità • Politiche di sviluppo nei territori con maggior divario di sviluppo (Regioni convergenza, Regioni competitività) • Conciliare tempi di lavoro e di vita • Politiche nazionali condivise con i territori
Il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in ricerca e sviluppo (R&S) • Priorità 2. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività. • Nell’ambito delle politiche volte a valorizzare il capitale umano per favorire i processi di ricerca e innovazione le strategie e gli interventi messi in atto dovranno aumentare la dimensione della componente femminile dei laureati in discipline tecnico-scientifiche con l’obiettivo di aumentare l’occupazione femminile e ridurre il divario esistente tra donne e uomini in queste aree professionali. In questo ambito le strategie e gli interventi dovranno essere rivolti a ridurre i fenomeni di “segregazione verticale” che impediscono alle donne di raggiungere posizioni apicali e configurano una vera e propria situazione di sottorappresentazione femminile in ruoli e livelli di responsabilità.
Il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma • Priorità 1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane • migliorare l’orientamento degli individui nella scelta dei percorsi • favorire l’integrazione tra orientamento allo studio e al lavoro, affinché la scelta dei percorsi formativi avvenga sulla base della conoscenza dei dati relativi alle prospettive occupazionali • promuovere azioni di incentivazione dell’accesso a percorsi di istruzione e formazione scientifica e tecnologica, con attenzione alla partecipazione femminile
20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà. • Il Quadro strategico nazionale (QSN) mette in evidenza la declinazione al femminile della povertà, soprattutto se si considera che, nel 2004, l’83,8 per cento degli anziani soli poveri sono donne e che l’83,2 per cento dei genitori soli poveri sono madri. Le percentuali più elevate si riscontrano nelle regioni meridionali (26 per cento contro 5,3 per cento e l’8,8 per cento rispettivamente delle regioni settentrionali e del centro).
L’occupazione che favorisce le scelte di vita • Intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Atto n.26/CU del 29 aprile 2010
Le risorse destinate dall’art. 1, lettera a) del Decreto del Ministro per le Pari Opportunità del 12 maggio 2009 sono pari a Euro 40.000.000 e sono finalizzate a rafforzare la disponibilità dei servizi e/o degli interventi di cura alla persona per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro nonché a potenziare i supporti finalizzati a consentire alle donne la permanenza, o il rientro, nel Mercato del Lavoro:
a) nidi, nidi famiglia, servizi e interventi similari (“mamme di giorno”, educatrici familiari o domiciliari, ecc.) • b) facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione
c)incentivi all’acquisto di servizi di cura in forma di voucher/buono per i servizi offerti da strutture specializzate o “buono lavoro” per prestatori di servizio • d) modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti (o family friendly) come banca delle ore, telelavoro, part time, programmi locali dei tempi e degli orari, ecc.; • e) altri eventuali interventi innovativi e sperimentali proposti dalle Regioni e dalle Province autonome
Alcune proposte regionali: Toscana • a 1) offerta servizi educativi per la prima infanzia • b 1) percorso formativo per il rientro al lavoro dopo lunghe assenze • b 2) newsletter alle dipendenti assenti per maternità • b 3) colloqui prima e dopo la maternità • c 1) voucher di conciliazione • c 2) sostegno al lavoro di cura delle donne • d 1) promozione di modalità organizzative flessibili • d 2) telelavoro • e 1) cittadinanza del genere
Abruzzo • c 1) Incentivi all'acquisto di servizi di cura in forma di voucher (voucher friendly) • d 1) Modalità di lavoro flessibili (Family friendly)
Basilicata • Studi e modellizzazione servizi per la conciliazione • Calabria • a 1) Creazione o implementazione di nidi per l'infanzia (giochiamo insieme) • c 1) buoni per servizi per l'infanzia e per soggetti non autosufficienti
Emilia Romagna • a 1) conciliazione tramite sostegno a servizi educativi per la prima infanzia • b 1) orientamento professionale a donne adulte con metodologia retravailler • e 1) progetti innovativi territoriali per l'armonizzazione di tempi di vita e di lavoro
Sul sito del Dipartimento Pari Opportunità sono pubblicati tutti i programmi attuativi presentati dalle Regioni e finanziati con le risorse dell’Intesa conciliazione tempi di vita e di lavoro : www.pariopportunita.gov.it Home page Sezione Focus
Concludendo: • Le policy sulla conciliazione sono definite a livello nazionale con la concertazione con le Regioni: le risorse del DPO dedicate nel 2010 sono pari a 40 meuro • Le risorse assegnate alle Regioni per le politiche di sviluppo sono pari a 25 miliardi di euro (contributo comunitario) cui si aggiunge un cofinanziamento nazionale equivalente