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Convegno: “AUTISMO…SI CONTINUA” Pavia, 24 maggio 2011 Autismo e approccio linguistico in età infantile

Convegno: “AUTISMO…SI CONTINUA” Pavia, 24 maggio 2011 Autismo e approccio linguistico in età infantile. Dott.ssa Maria Laura Sora Logopedista Neuropsicologa. Autismo e disturbi pervasivi di sviluppo. DISORDINE DELLO SVILUPPO CEREBRALE SU BASE BIOLOGICA CON INSORGENZA PRIMA DEI 3 ANNI

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Convegno: “AUTISMO…SI CONTINUA” Pavia, 24 maggio 2011 Autismo e approccio linguistico in età infantile

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Presentation Transcript


  1. Convegno:“AUTISMO…SI CONTINUA”Pavia, 24 maggio 2011Autismo e approccio linguisticoin età infantile Dott.ssa Maria Laura Sora Logopedista Neuropsicologa

  2. Autismo e disturbi pervasivi di sviluppo • DISORDINE DELLO SVILUPPO CEREBRALE • SU BASE BIOLOGICA • CON INSORGENZA PRIMA DEI 3 ANNI • CON PERMANENZA PER TUTTA LA VITA • CON ANOMALIE QUALITATIVE DELL’INTERAZIONE SOCIALE E DELLE MODALITA’ DI COMUNICAZIONE, CON REPERTORIO LIMITATO, STEREOTIPATO, RIPETITIVO DI INTERESSI E ATTIVITA’ • CON PROFILI UNICI PER OGNI SOGGETTO DI FUNZIONAMENTO E DI DISFUNZIONAMENTO • TRATTAMENTI ALTAMENTE PERSONALIZZATI

  3. COMUNICAZIONE E MIMICA NEL BAMBINO CON AUTISMO • COMUNICAZIONE DI TIPO “PROTETTIVO” DA EVENTI ESTERNI- QUALCHE ESEMPIO : NON IMITA NON GIOCA RITUALI OSSESSIVI NON ALLARGA BRACCIA NON INDICA OGGETTI NON GUARDA IN VISO STEREOTIPIE EMETTE SUONI ACUTI VOCE ACUTA /SUSSURRATA MOTRICITA’ ANOMALA IPO/IPER SENSIBILITA’ AL TATTO/CIBI/SUONI/ACQUA/TEMPERATURE PARTICOLARI ABILITA’ NON VERBALI: FIGURE GEOMETRICHE, PUZZLE, MUSICA, PERCORSI, COLLEZIONISMO, COMPUTER, GIARDINAGGIO, COSTRUZIONI,…

  4. LINGUAGGIO NEL BAMBINO CON AUTISMO NON INTERESSE ALL’ASCOLTO. RIPETIZIONE OSSESSIVA/DIFFERITA. RITARDO/ASSENZA DEL LINGUAGGIO. PROFILI IRREGOLARI: CONOSCENZA OGGETTI > CONOSCENZA PERSONE/EMOZIONI (KANNER, 1943). NON RICONOSCE FRASI CON VERBI SU STATI DELLA MENTE: “PENSARE, CREDERE,…”, NE’ CON METAFORE, IRONIA, UMORISMO, TRAME DI STORIE. NON SA DARE INFORMAZIONI. ????????????????????????

  5. EVOLUZIONE DI BASE DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE • 1-attraverso il ricordo di FACCE: ma bno con autismo sembra avere scarso sviluppo della zona cerebrale specializzata per i volti (Schulz, 2000: area temporo-ventrale) • 2-attraverso indizi degli stati mentali trasmessi dagli OCCHI: ma bno con autismo non ha capacità intuitiva per attribuire stati mentali agli altri (Baron-Cohen,1995: sguardo implorante, trionfante, seducente, fulminante, beffardo,…), né capacità di seguire la stessa direzione di sguardo • 3-attraverso le MANI dell’adulto: ma bno con autismo le utilizza per perseguire un proprio fine, e usa le proprie con stranezze, povertà di gesti, tranne alcuni talvolta usati come “comunicazione neutra” (es. abbassa una mano , ma non si sa il significato)

  6. Linguaggio e autismo • Non è un insuccesso, ma è un importante limitazione nel campo della pragmatica (Sabbagh,1999; Tager, Flusberg, 1990): Con riduzione delle risposte, enfasi di alcune accentazioni, scarsa iniziativa verbale, comprensione letterale delle domande, interruzione brusca delle “conversazioni”, Con incapacità di comunicare proprio successo/insuccesso (sfasamento della comunicazione)

  7. Evoluzione del linguaggio in autismo • Dai 18 mesi: non avviene, il b.no autistico si può basare su apprendimento associativo (suoni+immagini), ma talvolta solo casuale (Baron, Cohen, Baldwin, Crowson, Frith, 1997) • Può coesistere un b.no che non parla, ma ha competenze, ad es. tramite uso di strumento computerizzato di comunicazione, usato con efficacia • L’apprendimento di parole può non “cogliere” l’argomento rilevante, quindi vi sono minori opportunità di apprendere e si verifica uso idiosincratico di parole, senza mentalizzazione, con linguaggio ecoico o bizzarro • Scarso uso di pronomi e delle parole collegate a negoziazione sociale (questo, qui, vieni, vai, ..) perché relativi a chi parla e a chi ascolta… • Uso improprio di espressioni per introdurre argomenti: es. a proposito…, bene, comunque…, • Linguaggio scritto: è possibile la lettura fluente, anche se è presente ritardo cognitivo e del linguaggio, ma non c’è comprensione del testo, né si accorgono di parole intruse.

  8. VALUTAZIONE DI COMUNICAZIONE 1- VALUTARE LIVELLO PRE-INTENZIONALE: IN-COMUNICAZIONE SE SENZA SCOPO E SENZA INTENZIONI CHIARE 2- VALUTARE LIVELLO PRE-LINGUISTICO: COMPORTAMENTI COMUNICATIVI, SE PRIVI DI ORGANIZZAZIONE GRAMMATICALE E RIFERIMENTI SIMBOLICI NO TRAINING ALLA RISPOSTA !!! (Fay, Schuler,1980; Greenspan, 1982; Prizant,1982)

  9. INTERVENTO PREVENTIVO IN GENERALE • ESCLUDERE PATOLOGIE NEUROLOGICHE, PEDIATRICHE, AUDIOLOGICHE, OCULISTICHE … • TRATTAMENTO PRECOCE (ipotesi di osservazione fra 18 e 30 mesi): GENITORI, NIDO, PEDIATRA,… (Birnbrauer, Leach, 1993; Greenspan,1992; Kalmanson, Pekarsky, 1987; Lovaas, 1987; McEachin, Smith, Lovaas, 1993; Rogers, 1996; Scheinkoph, Siegel, 1998;…) • TERAPIE GENERALI PER COMPENSARE DISFUNZIONI: EDUCATIVE CON CONTENUTO STRUTTURATO, PROMOZIONE DELLA CONOSCENZA DI STATI MENTALI, COMUNICAZIONE LETTERALE E COMPORTAMENTALE, PIANIFICAZIONE (SUGGERIMENTI VERBALI, SEGNALI VISIVI, PROCEDURE VISUALIZZATE, ROUTINES, AMBIENTE STRUTTURATO,…), APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO CON RINFORZI PERSONALIZZATI (Dunst, 1990; Greenspan, 1992; Prizant, Meyer, 1993.

  10. Approcci prelinguistici • 1- tipo pragmatico: favorire funzionamento della comunicazione, al di là di forma e struttura, in ambiente naturale (Reichle, Wacker, 1993) • 2- tipo interazione con scambio di turni, con persone importanti e motivanti per il bambino (Bruner, 1975; Dunst, Lowe, Bartholomew, 1990; Snow, Midkiff-Borunda, Small, Proctor, 1984) • 3- tipo cultura del gioco (Wolfberg, 1995; Schuler, 1993) • 4- tipo pianificazione con tabelle di programmazione con riduzione e semplificazione dell’input verbale dall’esterno • 5- tipo strutturazione dell’ambiente per renderlo più prevedibile con routines, orari, sequenze, attività in procedure e spazi preorganizzati • 6- tipo tecnologia di appoggio alla comunicazione (computer) e modalità non verbali : lingua dei segni, tabelle, libri con immagini,..he favoriscono l’aumento spontaneo dello sviluppo della comunicazione e spesso del lessico (Benkelman, Mirenda, 1992; Reichle, Sigafoss, York, 1991; Calculator, Fabry,Glemon, Prizant, Schubert, 1995) • 7- tipo contesti culturali, per condivisione della prospettiva, con attenzione congiunta, scambi di turno, e simulazione degli stati mentali altrui o Teoria della Mente (Baron, Cohen, 1985; Wimmer, Perner, 1983)

  11. Approcci linguistici • 1- favorire la comprensione della funzione dei comportamenti comunicativi e della struttura diadica della comunicazione • 2- migliorare i mezzi di comunicazione, con adattamenti continui ai bisogni del soggetto, dando spazio all’intento comunicativo : parole scritte, codici pittorici, uso di tecnologia,… • 3- utilizzare un modello di competenza a partire dal soggetto con abilità di base, in contesti motivanti, con strategie usate per offrire opportunità di comunicazione: gioco naturalistico per facilitare il successo sociale (Wolfberg, Schuler, 1993) • 4- considerare l’importanza dell’adulto di sostegno e della competenza del partner perchè esso lavora duramente per offrire compensazioni di successo del soggetto più debole nello scambio (Duchan, 1993)

  12. STRATEGIE DI COMUNICAZIONE • Imitare le vocalizzazioni di un soggetto e modificarle gradatamente in uno scambio giocoso • Usare frasi brevi rilevanti con intonazioni interessanti e sincronia dei movimenti del corpo, durante giochi fisici (fare una torre, prendere il tè, fare la spesa,…) • Usare frasi enfatizzate per introdurre routines • Cantare poesie- filastrocche con punti prevedibili per completare le parole

  13. Attività per espandere le funzioni comunicative-1 • Attività per la regolazione del comportamento: • opportunità per la richiesta di cibo o oggetti, di fare scelte fra varie alternative, di azioni per protestare o rifiutare cibo o oggetti, per richiedere un’attività fisica, di chiedere aiuto

  14. Attività per espandere le funzioni comunicative-2 • Attività per interazione sociale: • opportunità per richiedere giochi o routine sociali, per praticare comportamenti di saluto verbali o non verbali

  15. Attività per espandere le funzioni comunicative-3 • Attività per l’attenzione congiunta: • Opportunità di recupero di oggetti fra persone, di utilizzare gesti o vocalizzazioni o tabelle comunicative, per commentare eventi nuovi

  16. Strategie di persistenza nella comunicazione • Opportunità frequenti di ripetizione e modifica di segnali comunicativi, quando la comunicazione iniziale non ha avuto successo (strategie di riparazione) in presenza di sufficienti sostegni contestuali, educativi e interattivi, di elementi motivanti, di riconoscimenti verbali del tentativo di comunicare, di attività giocosa,….e di ogni tentativo mai esigente o negativo per far ripartire la comunicazione.

  17. Attenzione! Maneggiare con cura! L’enigma dell’autismo continua a resistere alle spiegazioni. L’autismo è troppo affascinante per essere trattato solo dagli scienziati; è una delle riflessioni più potenti che si possano fare sulla condizione umana.

  18. Bibliografia • L’autismo-Spiegazione di un enigma. – Uta Frith – ed. Laterza, 1989 • Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo. – Donald Cohen, Fred Volkmar – ed.Vannini, 2004 • La comunicazione spontanea nell’autismo. - L.R. Watson, C. Lord, B. Schaffer, E. Schopler - ed.Erickson,1998 • Il linguaggio verbale nell’autismo. - Sabrina Freeman, Lorelei Dake – ed. Erickson, 2007

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