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L’organizzazione dei beni culturali e del paesaggio : il livello statale

L’organizzazione dei beni culturali e del paesaggio : il livello statale. A L’evoluzione storica fino al 1998. A. L’evoluzione dalla nascita della Costituzione. Le direzioni generali (“scavi e monumenti”, “accademie e biblioteche”, “belle arti”, archivi”)  vari ministeri. 1948.

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L’organizzazione dei beni culturali e del paesaggio : il livello statale

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Presentation Transcript


  1. L’organizzazione dei beni culturali e del paesaggio: il livello statale

  2. AL’evoluzione storica fino al 1998

  3. A L’evoluzione dalla nascita della Costituzione Le direzioni generali (“scavi e monumenti”, “accademie e biblioteche”, “belle arti”, archivi”)  vari ministeri 1948 Lavori delle Commissioni Franceschini e Papaldo 1964-68 Regioni > Toscana: proposta di legge sulla “riforma dell’amministrazione dei beni culturali e naturali” 1973 IV Governo Rumor: Ministri senza portafoglio: Beni culturali e Ecologia 1973

  4. A Il primo Ministero per i beni culturali ed ambientali (1974-75) Situazione di emergenza: Istituzione con d.l. n. 657 del 1974 (convertito in Legge n. 5 del 1975) Struttura organizzativa articolata

  5. A Le competenze del Ministero del 1974 (l.382/75) • - le attribuzioni allora spettanti al Ministero della P. I. nel campo delle antichità e belle arti, delle accademie e biblioteche, della diffusione della cultura e della sicurezza del patrimonio culturale (il Ministero aveva 2 direzioni generali: “antichità e belle arti”; “accademie e bibloteche”); • -    le attribuzioni spettanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri relative ai servizi della Discoteca di Stato, nonché quelle della divisione I (editoria libraria e diffusione della cultura) dei servizi delle informazioni e della proprietà letteraria, artistica e scientifica, di cui al D.P.C.M. 14 maggio 1973; • -   le attribuzioni spettanti al Ministero dell’Interno in materia di archivi di Stato, salvo quelle relative agli atti inaccessibili, di cui all’art. 21 del D.P.R. n. 1409 del 1963; • -  la promozione e la diffusione dell’arte e della cultura, la direzione e coordinazione di iniziative a riguardo.

  6. A L’organizzazione del Ministero (D.P.R. 905/75) Lavori della Commissione Giannini • Organizzazione centrale • 4 Uffici centrali: beni ambientali e paesaggistici; beni archeologici, • architettonici, artistici e storici; beni archivistici; beni librari, • le Istituzioni culturali e l’editoria. • Direzione generale per gli aff. gen. e amm. e del personale • Centro studi • Consiglio Nazionale per i b.c. e amb. e il Comitato regionale per i b.c. • Struttura periferica (le Soprintendenze) • Archeologiche • Beni artistici e storici • Beni ambientali e architettonici • Archivistiche

  7. A Lacune e debolezze del Ministero del ‘74 Scarsa creatività sulle competenze e mera operazione di trasferimento di uffici Modello burocratico superato e pesante Conflitto con le istanze “regionaliste”

  8. BIl nuovo Ministero per i Beni e le attività culturali del 1998: struttura centrale e periferica

  9. B Le origini della nascita del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 1998 Referendum abrogativo del Ministero del turismo e dello spettacolo • d. lgs. n. 29 del 1993 art. 95 Cost. • legge finanziaria del 1994 Il dibattito degli anni ’90 sul ministero unico per la cultura

  10. B Le competenze del Ministero D.lgs. 20 ottobre 1998 n. 368 (artt. 11 e 12 l. 59/97) Introduzione delle “attività” > art. 2, co.2, lett.b Eliminazione dei “beni ambientali” Accorpamenti di nuovi uffici e competenze -Dipartimento dello spettacolo -Ufficio per i rapporti con gli organismi sportivi della Presidenza del Consiglio dei Ministri -Sport e impiantistica; vigilianza su CONI e Ist.cr.sportivo Attribuzioni già spettanti al soppresso Ministero del 1974 Diffusione dell’arte e della cultura italiana all’estero  art. 2, co. 2, lett f

  11. B L’organizzazione del Mbac (art. 6) Regolamento > d.p.r. n. 441 del 2000 Segretario generale Art. 1 Dipende direttamente dal Ministro 6 Direzioni generali Centri di responsabilità amministrativa Vecchia normativa (dpr 805 del 1975) Attività di ricerca 5 istituti centrali

  12. C Schema di riepilogo: Mbac • Segretario generale > direzione e coordinamento • Direzioni generali > centri di responsabilità amministrativa -competenti per i singoli settori – autonomia nella gestione del personale • Istituti centrali> attività di ricerca (catalogazione e conservazione) – collegamento con organismi periferici - autonomia amministrativa e contabile - • Soprintendente regionale Raccordo soprintendenze di settore – Mbac – raccordo enti territoriali – poteri di proposta verso il Ministero – altri poteri (emana la dichiarazione dell’interesse) • Soprintendenze > competenti per i singoli settori – diepndenti dalle rispettive direzioni generali (ruolo esecutivo) – poteri di vigilanza, controllo – attività di ricerca • Archivi di Stato e biblioteche statali > conservazione, tutela e valorizzazione • Consiglio Nazionale per i beni culturali e ambientali  comitati tecnico-scientifici – composizione mista – funzioni consultive e di programmazione

  13. C La riforma del 2004 (d. lgs. n. 3 del 2004): struttura centrale e periferica

  14. C Il contesto generale della riforma “Urbani” del 2004: d. lgs. 8 gennaio 2004, n. 3 Emanazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42 del 2004): autonomia dei procedimenti e differenze di impostazione Riforma Costituzionale del Titolo V, Parte II, della Costituzione.

  15. C Il Ministero del 2004: le funzioni Considerazioni generali • Continuità (formale e sostanziale) con il Ministero del 1998: tutto l'impianto organizzativo del ministero e le attribuzioni delle sue varie parti rispecchiano sempre l'idea che nel ministero si assommino di massima tutte le funzioni in tema di tutela e di valorizzazione, di programmazione, di gestione e di controllo, anche se non vanno dimenticate le aperture in favore di forme di collaborazione con soggetti privati. • Contraddizione: tra potenziale flessibilità delle funzioni (nuovo Codice) e attuale rigidità delle strutture. • Impatto della riforma esclusivamente sull’assetto interno del Ministero nelle principali novità: 1)passaggio dal modello a segretario generale a quello dipartimentale; 2) istituzione delle direzioni regionali

  16. C Il Ministero del 2004: le funzioni • Riserva delle funzioni amministrative in materia di tutela: incoerenza con l’impostazione del Codice (artt. 1, 2 ess.); fatte salve le funzioni amm.ve già attribuite alle Regioni nel 1972; non attuazione del principio dell’art. 118, comma 3, Cost. • Esercizio delle funzioni amministrative di valorizzazione: Il Codice interviene poi nel campo della valorizzazione, riservando sempre allo Stato e, per esso, al ministero, le funzioni amministrative in ordine ai beni di appartenenza statale e alla relativa gestione, come poi è stato avallato da una recente sentenza della Corte costituzionale (Corte cost. 19 dicembre 2003 - 20 gennaio 2004, n. 26). Riserva inoltre al ministero - per quanto da esercitarsi in forma concordata con le regioni - penetranti funzioni amministrative di regolazione e di coordinamento con riguardo in generale alla valorizzazione, sebbene questa sia materia di competenza legislativa concorrente fra Stato e regioni per cui non dovrebbe essere ammessa in materia, ai sensi dell'art. 117 Cost., alcuna potestà regolamentare statale.

  17. C Il Ministero del 2004: l’organizzazione centrale D.lgs. n. 3 del 2004: i principi generali d.P.R. 8 giugno del 2004, n. 173; il regolamento

  18. C Il Ministero del 2004: l’organizzazione centrale • Organizzazione imponente: Oggi, vi sono dieci direzioni generali, distribuite in quattro dipartimenti: quindi, quattordici uffici dirigenziali generali, cui si aggiungono quattro posizioni di dirigente generale presso l'ufficio di gabinetto e il servizio di controllo interno; nelle regioni, altri diciassette uffici dirigenziali generali. • Parziale continuità: resta il Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali (al di là delle modificazioni che hanno riguardato il numero dei rappresentanti delle regioni), i comitati tecnico-scientifici e, rispetto ad epoca più recente, i comitati regionali di coordinamento (decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112), con compiti di armonizzazione e coordinamento, nel territorio regionale, delle iniziative dello Stato, della regione, degli enti locali e di altri possibili soggetti pubblici e privati in materia di beni culturali (ma queste commissioni risultano istituite in non più di quattro o cinque regioni). • Crescita in termini di dipendenti ma non di personale tecnico: i concorsi a carriere direttive sono fermi, in molti casi, da vent'anni e più, ma aumenta il personale addetto a compiti di vigilanza e custodia. Oggi, è il terzo ministero (esclusi la Difesa e gli Interni) in ordine di grandezza (dopo l'Istruzione e l'Economia e finanze), quanto a dotazione di personale, ma, per il resto, gestisce lo 0,3 per cento del bilancio nazionale.

  19. C Le novità organizzative del Ministero del 2004 a livello centrale Soppressione del segretario generale: esigenze non di governo uniforme ma di gestione differenziata • 4 Dipartimenti: • "beni culturali e paesaggio"; • "beni archivistici e librari" (quasi che non siano "beni culturali"); • "spettacolo e sport"; • "ricerca, innovazione e organizzazione". • Le principali criticità: • Catena procedimentale appesantita tra capi-dipartimento, direttori • generali e Ministro; • non è chiaro “chi fa che cosa”; • mero e squilibrato assemblaggio della dimensione dipartimentale.

  20. C Il Ministero del 2004: l’organizzazione periferica • Dal soprintendente regionale al direttore regionale: art. 7 d.lgs. n. 368/1998 e art. 20, reg. del 2004 • Restano le soprintendenze di settore: art. 19 reg. 2004 • Scarso collegamento con i livelli istituzionali territoriali

  21. C Il Ministero del 2006: Dal d.l. n. 181 del 2006 di riforma del Governo al nuovo regolamento • Il d.l. n. 181 del 2006 ha modificato il numero e i modelli organizzativi dei ministeri, tra cui il MiBAC • Il regolamento (in via di approvazione) di attuazione della riforma prevede un sostanziale ritorno al modello ministeriale del 1998 • Restano le direzioni regionali (n.17) • Vengono eliminati i dipartimenti e ripristinato il Segretario generale con compiti prevalentemente di coordinamento

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