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Dottor Fabio Filippi SCUOLA EDILE 17/06/2013

I RISCHI in EDILIZIA. Dottor Fabio Filippi SCUOLA EDILE 17/06/2013 . DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro TESTO COORDINATO CON

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Dottor Fabio Filippi SCUOLA EDILE 17/06/2013

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  1. I RISCHI in EDILIZIA Dottor Fabio FilippiSCUOLA EDILE17/06/2013

  2. DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008 n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro TESTO COORDINATO CON LEGGE 7 Luglio 2009 n° 88 DECRETO LEGISLATIVO 3 Agosto 2009 n° 106

  3. CAPO III GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO SEZIONE 1° MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI Articolo 15 Misure generali di tutela 1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono: la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; …. SEZIONE 2° VALUTAZIONE DEI RISCHI Articolo 28 Oggetto della valutazione dei rischi 1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.

  4. I RISCHI in EDILIZIA Cadute dall’alto Movimentazione manuale dei carichi Esposizione ad agenti chimici Esposizione a polveri Esposizione a rumore otolesivo Esposizione a vibrazioni Lavoro outdoor

  5. Lavoro outdoor Tra i vari rischi di natura professionale, di cui di solito sono sottoposti i lavoratori all’aperto (lavoratori outdoor) vi è quello relativo alla radiazione solare ultravioletta. Il Datore di Lavoro è tenuto a mettere in atto tutte le pratiche necessarie per proteggere i lavoratori.

  6. Radiazioni Ottiche Naturali: descrizione del rischio Gli esperti li chiamano "lavoratori outdoor" perché svolgono una frazione significativa del proprio orario lavorativo all'aperto e sono interessati dalle patologie correlate con l'esposizione a luce solare. Sono gli agricoltori, i giardinieri, i portuali, gli operai, ma anche gli istruttori di sport all'aperto, i benzinai, i portalettere, i bagnini, i vigili urbani e l'elenco non finisce qui … Sono tutte persone che per lavoro devono stare sotto il sole, spesso troppe ore senza protezione. . I rischi da eccessiva esposizione ai raggi UV La radiazione solare ultravioletta deve essere considerata a tutti gli effetti un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori outdoor e deve essere posto alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell'ambiente di lavoro.

  7. Le più autorevoli organizzazioni internazionali (ICNIRP, ILO, WHO) e nazionali (Istituto Superiore di Sanità) preposte alla tutela della salute e della sicurezza e gli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale concordano nel considerare la radiazione ultravioletta solare un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che lavorano all'aperto (lavoratori outdoor) elencati a titolo indicativo nelle tabelle 1 e 2, da valutare e prevenire alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell'ambiente di lavoro. In particolare per tali lavoratori sono da tempo individuate e caratterizzate molte patologie fotoindotte, i cui organi bersaglio sono pelle ed occhi. La principale patologia fotoindotta è senz’altro il cancro della pelle.

  8. Tab. 1a Elenco delle attività che possono comportare elevato rischio di esposizione a radiazione UV solare Lavorazioni agricolo/forestali Floricoltura - Giardinaggio Bagnini Istruttori di sport all'aperto Ediliziae Cantieristica stradale/ferroviaria/navale Lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto Pesca e Lavori a bordo di imbarcazioni, ormeggiatori, attività portuali Addetti alle attività di ricerca e stoccaggio idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio, nel mare e nelle piattaforme continentali Tab. 1b Elenco delle attività che possono comportare rischio di esposizione a radiazione UV solare Parcheggiatori Operatori ecologici/netturbini Addetti a lavorazioni all'aperto o in piazzali Manutenzioni linee elettriche ed idrauliche esterne Rifornimento carburante: stradale/aeroportuale Portalettere/ recapito spedizioni Polizia municipale / Forze ordine/militari Manutenzione piscine

  9. L’elenco non è esaustivo …

  10. Lungo il lembo meridionale della costa slovena si estende una delle perle naturali e culturali più belle della Slovenia: il Parco Naturale delle Saline di Sicciole, dove regna la tradizione secolare della produzione del sale, che dal Medio Evo ad oggi si effettua sempre con le stesse modalità.

  11. Normativa Rischio UV Solare In merito agli aspetti legislativi relativi alla protezione dei lavoratori outdoor nei confronti della radiazione solare va sottolineato che pur essendo la “radiazione solare” classificata dalla IARC nel gruppo 1 di cancerogenesi (sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo) e pur costituendo un fattore di rischio per tutte le attività outdoor, essa non è stata inserita nell’ elenco degli agenti cancerogeni e mutageni del D.Lgs 81/2008 Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro . D’altra parte il D.lgs 81/08 ha introdotto per la prima volta nel nostro Paese specifiche norme di tutela della salute per i lavoratori a radiazioni ottiche artificiali (Titolo VIII capo V), recependo la la direttiva europea per la tutela dei lavoratori esposti a radiazioni ottiche artificiali. Pur essendo le radiazioni UV solari escluse dal campo di applicazione specifico del titolo VIII capo V, va comunque sottolineato che l’art. 181, comma 1 specifica che la valutazione del rischio di tutti gli agenti fisici deve essere tale da “identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione” facendo “particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi”.

  12. Tali aspetti vanno riguardati anche alla luce del Decreto del 27 Aprile 2004 Ministero del Lavoro e della Previdenza Socialeche inserisce i tumori cutanei nella lista delle malattie professionali con obbligo di denuncia. In particolare nella Lista I delle malattie ad elevata probabilità di origine Lavorativa sono inserite: Gruppo 6 – tumori cutanei (cheratosi attiniche ed epiteliomi in sedi fotoesposte in relazione alla radiazione solare) Inoltre il D.M. 9 aprile 2008 Nuove Tabelle delle Malattie Professionali nell’ Industria e nell’Agricoltura contempla tra le malattie professionali quanto segue: n° 84: malattie causate dalle radiazioni UV Malattie causate dalle radiazioni UV comprese le radiazioni solari (cheratosi attiniche, epiteliomi cutanei delle sedi attiniche, epiteliomi cutanei delle sedi fotoesposte) Esplicitando quanto segue: “Lavorazioni che espongono alle radiazioni UV. Lavorazioni che espongono alle radiazioni solari presso stabilimenti balneari, a bordo di navi, in cantieri di edilizia stradale, in cave e miniere a cielo aperto”. Per quanto riguarda l’agricoltura, la Tabella Malattie Professionali nell’ Agricoltura al punto 19 include : n°19: Malattie Causate da Radiazioni Solari (cheratosi attiniche, epiteliomi cutanei delle sedi fotoesposte).

  13. In questo sistema di tutela, la gestione del rischio e la prevenzionenei confronti dei lavoratori che operano in ambienti outdoor e che sono quindi maggiormente esposti al rischio di radiazioni UV risulta di non facile approccio, a causa di una serie di variabili che entrano in gioco e che rendono difficoltoso il processo di “valutazione del rischio” che costituisce l’adempimento principale previsto dal D. Lgs. 81/2008. • In particolare ci riferiamo alle seguenti difficoltà che si incontrano nel valutare il rischio da esposizione a UV: • è difficile definire per ogni singolo lavoratore l’esposizione a UV in quanto tale esposizione è variabile ed influenzata da molteplici fattori quali condizioni atmosferiche, ora del giorno, stagione, latitudine, ecc. • non esiste una precisa relazione dose-risposta tra esposizione a radiazione UV e patologie fotoindotte, in particolare per quanto riguarda le patologie neoplastiche, per cui non è possibile fissare un valore soglia al di sotto del quale non vi sia la comparsa di tali patologie • la comparsa delle patologie fotoindotte è influenzata anche da fattori costituzionali del soggetto (fototipo, familiarità) • è molto frequente l’esposizione extraprofessionale a radiazione solare (vacanze al mare, uso di lettini solari, ecc.) • vi possono essere altri fattori professionali che possono causare patologie cutanee simili alle fotoindotte (ad esempio l’epitelioma spinocellulare causato dall’esposizione a idrocarburi aromatici policiclici ).

  14. A fronte di tali difficoltà che si riscontrano nella valutazione del rischio da esposizione a radiazione solare ne deriva anche la difficoltà a mettere in atto un valido programma di prevenzione che dovrebbe prevedere: • la riduzione ai livelli più bassi ragionevolmente raggiungibili dell’esposizione a radiazione UV • l’uso di dispositivi di protezione individuale • L'art. 381 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro) sancisce "…Parimenti devono essere provvisti di adatti copricapo i lavoratori che devono permanere, senza altra protezione, sotto l'azione prolungata dei raggi del sole." • l’individuazione dei soggetti maggiormente sensibili in sede preventiva. • la formazione ed informazione dei lavoratori • la sorveglianza sanitaria.

  15. Che cosa sono le radiazioni solari? I raggi luminosi emessi dal sole sono formati da un insieme di particelle energetiche, chiamate fotoni, ed arrivano sulla Terra sotto forma di radiazioni. A seconda della lunghezza d’onda, possono essere classificati in radiazioni visibili (raggi colorati) e radiazioni non visibili, a loro volta divise in raggi infrarossi (IR), a lunghezza d’onda maggiore, e raggi ultravioletti (UV), a lunghezza d’onda minore. I raggi ultravioletti sono i più ricchi di energia e pericolosi per l’uomo

  16. Il Rischio da esposizione a UV: generalità • La Radiazione Ultravioletta (RUV) appartiene al sottoinsieme delle Radiazioni Elettromagnetiche Non Ionizzanti (NIR, Non IonizingRadiation) e occupa la regione spettrale da 100 a 400 nanometri (nm) a cui corrispondono energie dei fotoni comprese fra 12,4 e 3,1 (eV) rispettivamente . • Detta regione spettrale è stata ulteriormente suddivisa dalla Commissione Internazionale de l’Eclairage (CIE) in tre bande contigue, denominate: • UV-A (400÷315 nm, 3,1÷4 eV), • UV-B (315÷280 nm, 4÷4,4 eV) • UV-C (280÷100 nm, 4,4÷12 eV) • Nella letteratura medica si riscontrano anche limiti di banda differenti da quelli stabiliti dalla CIE. Alle volte la regione UV-B si estende da 280 a 320 nm e la regione UV-A è ulteriormente suddivisa in UV-A2 (320÷340 nm) e UV-A1 (340÷400 nm). • L’occhio e la pelle sono i due “bersagli critici” nell’esposizione alla radiazione Ultravioletta

  17. Che cos'è la radiazione solare ultravioletta? • La luce del sole è composta da radiazioni a varia lunghezza d'onda: • - la luce visibile • - gli infrarossi • gli ultravioletti. • Gli ultravioletti sono suddivisi in tre tipi: • UVC: sono arrestati dall'atmosfera e quindi non raggiungono la superficie terrestre, altrimenti ci provocherebbero gravi scottature • UVB: abbronzano, provocano eritemi e scottature, sono correlati ad un aumento di rischio per i tumori della pelle • UVA: abbronzano, provocano l'invecchiamento della pelle, sono correlati ad un aumento del rischio per i tumori della pelle . • Il calore della luce solare è dovuto prevalentemente alla presenza della radiazione infrarossa (raggi caldi), la radiazione ultravioletta invece non trasmette calore per cui non ne possiamo sentire la presenza sulla pelle come sensazione termica. • La parte della radiazione solare che è dannosa per la nostra pelle sono proprio i raggi ultravioletti. Noi non possiamo vederli, ma quando dopo un'esposizione al sole, la nostra pelle è rossa e brucia, possiamo vederne e sentirne gli effetti.

  18. I raggi luminosi e l’uomo… in dettaglioUltravioletti C (UVC) 200-290nm- sono pericolosissimi per l’uomo, ma fortunatamente vengono bloccati dall’ozono presente nell’atmosfera, che impedisce loro di arrivare sulla terra.Ultravioletti B (UVB) 290-320nm- sono i raggi che, penetrando a livello epidermico, provocano l’abbronzatura, ma possono anche essere la causa di arrossamento della pelle (eritema).Ultravioletti A (UVA) 320-400nm- penetrano negli strati profondi dell’epidermide e sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo e della formazione di piccoli tumori della pelle (melanomi).Infrarossi (IR)>800nm- hanno effetto calorifico e provocano vasodilatazione e sudorazione.

  19. Considerati dal punto di vista del loro decorso temporale gli effetti prodotti sull’occhio e sulla pelle possono essere suddivisi in: a) effetti a breve termineo da esposizione acuta con tempi di latenza dell’ordine di ore, giorni; In generale per ciascun effetto acuto è possibile stabilire “la dose soglia” al di sotto della quale l’effetto non si verifica. b) effetti a lungo termineo da esposizione cronica con tempi di latenza di mesi, anni. La maggior parte degli effetti a lungo termine hanno natura diversa dagli effetti acuti e la loro probabilità (fotoinvecchiamento della pelle) o la loro gravità (carcinoma cutaneo) è tanto maggiore quanto più è elevata la dose accumulata dall’individuo.

  20. CORRIAMO TUTTI GLI STESSI RISCHI ?

  21. FOTOTIPO La qualità degli effetti, la loro gravità, o la probabilità che alcuni di essi si verifichino dipendono dalla esposizione radiante, dalla lunghezza d’onda della radiazione e, per quanto riguarda alcuni effetti sulla pelle, anche dalla fotosensibilità individuale (fototipo) che è una caratteristica geneticamente determinata. La dose minima di irradiazione solare per induzione di eritema dipende dal fototipo del soggetto esposto. Per soggetti caucasici debolmente pigmentati tale dose è abbastanza bassa. fototipo

  22. Il fototipoci indica come la pelle reagisce all'esposizione al sole. In base al colore della pelle, dei capelli, alla comparsa di eritemi e all'attitudine ad abbronzarsi possiamo distinguere i 6 differenti tipi di pelle (fototipi) riportati in tabella. Per semplicità, possiamo assimilare il fototipo 1 (quasi albino) al 2 (pelle molto chiara) ed il fototipo 6 (individui di colore) al 5 (pelle molto scura). Fototipo 1 Capelli rossi o biondi. Pelle lattea, spesso con efelidi. Si scotta sempre. Non si abbronza mai. Fototipo 2 Capelli biondi o castano chiari. Pelle chiara. In genere si scotta. Si abbronza con difficoltà. Fototipo 3 Capelli castani. Pelle chiara con minimo colorito. Si scottano frequentemente. Abbronzatura chiara. Fototipo 4 Capelli bruni o castano scuri. Pelle olivastra. Si scottano raramente. Si abbronza con facilità. Fototipo 5 Capelli neri. Pelle olivastra. Non si scottano quasi mai. Abbronzatura facile e molto scura. Fototipo 6 Capelli neri. Pelle nera. Non si scottano mai.

  23. Devono porre particolare attenzione all'esposizione solare … • I soggetti con un fototipo basso. • Chi assume farmaci: alcuni farmaci sono in grado di promuovere reazioni sia fototossiche che fotoallergiche. Le prime condizionate da diversi fattori, tra i quali il fototipo, la concentrazione del farmaco e la intensità della fotoesposizione; le seconde caratterizzate da una sequenza di eventi in gran parte sovrapponibili a quelli della dermatite allergica da contatto. • Quando si assumono farmaci leggere sempre nel foglietto illustrativo o chiedere al medico se è sconsigliata l'esposizione al sole. • Chi usa sostanze fotosensibilizzanti(creme, cosmetici, profumi) applicate direttamente sulla pelle. • Chi presenta patologie esacerbate o causate dalla luce. Queste patologie comprendono quadri assai rari come lo xeroderma pigmentoso, accanto ad altri molto comuni come la dermatite polimorfa solare. Tra le dermatosi esacerbate dalla luce è ben noto il comportamento del Lupus eritematoso discoide: il suo peggioramento consequenziale all’esposizione al sole è un fenomeno temibile, anche in funzione di un possibile viraggio verso la forma sistemica indotto dalla fotoesposizione.

  24. Come valutare il rischio da esposizione a luce solare? L’esposizione a UV in ambiente outdoor può variare in relazione ai seguenti fattori: orario della giornata, zona geografica in cui avviene l’esposizione (tropici, zone subtropicali, zone temperate, ecc.), condizioni metereologiche, altitudine, grado di diffusione delle radiazioni nell’atmosfera, grado di riflessione delle radiazioni da parte delle superfici circostanti (sabbia, neve, ecc.). Vi sono dei sistemi informativi territoriali (GIS) nel settore del monitoraggio di parametri ambientali e della formulazione di previsioni nei settori della meteorologia e dell’agrometereologia, la cui consultazione può fornire parametri importanti per la valutazione e la previsione delle esposizioni giornaliere a UV. L'Indice UV è un indice che basandosi sulla posizione del sole, sulla nuvolosità prevista, sull'altitudine, sui dati dell'ozono, predice l'intensità della radiazione ultravioletta solare giornalmente. La scala dell'indice UV va da un minimo di 1 ad un massimo di 12, più l'indice è alto, più forte è l'intensità degli UV. Previsioni dell'indice UV per l'Italia possono essere reperite collegandosi via Internet a vari siti specifici, quale ad esempio quello del Servizio di previsione e informazione degli indici solari nella conca mediterranea gestito dall' Istituto francese ACRI (Mecaniquedesfluides, observation de la terre, sciences de l'environnement) e realizzato in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale e le Reti Transeuropee delle Telecomunicazioni, consultabile all'indirizzo http://www.enviport.com

  25. Esempio di come appare una previsione di U.V. index. La figura è riferita ad una previsione su Roma, per tre giorni. In ascissa è indicata l'ora della giornata ed in ordinata l'U.V. index previsto. • A causa della variabilità delle condizioni meteorologiche e delle modalità di esposizione, che possono essere molto diverse nel corso di una giornata lavorativa, dare una corretta valutazione quantitativa della dose assorbita da un lavoratore esposto può risultare molto complesso. • Per questo motivo è opportuno quantificare l’esposizione personale mediante dosimetri. Esistono diverse classi di dosimetri personali. Tra questi: • dosimetri elettronici con rilevatore a stato solido • dosimetri basati sul metabolismo di colonie batteriche • dosimetri che utilizzano la fotodegradazione di sostanze chimiche

  26. Ai fini della valutazione e prevenzione del rischio lavorativo di esposizione a radiazione solare nelle lavorazioni all'aperto è possibile far riferimento al documento ICNIRP 14/2007 "ProtectingWorkersfromUltravioletRadiation", sulla base di tale documento è possibile effettuare valutazioni quantitative di rischio per esposizione cutanea ed oculare ed adottare le appropriate misure di tutela.

  27. “Protecting work fromultravioletradiation” • Lo strumento, sviluppato sulla base dei criteri contenuti in ICNIRP 14/2007 “Protecting work fromultravioletradiation”, valuta l’interazione di sei diversi fattori e calcola i conseguenti rischi per la pelle e per gli occhi. • I fattori sono: • latitudine [F1], • copertura nuvolosa [F2], • durata dell’esposizione [F3], • riflettenza del suolo [F4], • vestiario [F5] • ombra [F6]. • L’operatore che voglia condurre la valutazione sia per il rischio cutaneo che per quello oculare, dovrà selezionare delle condizioni di calcolo a cui sono associati dei coefficienti. Moltiplicando questi coefficienti tra di loro si ottiene un fattore di rischio[Fp] definito Fattore Rischio Pelle: • [Fp]= F1 x F2 x F3 x F4 x F5 x F6 • tale fattore ha un numero compreso tra 0 e 5 e ad ogni risultato corrisponde un diverso tipo di protezione da adottare. Di seguito i range di valutazione e le azioni da intraprendere. • < 1 Non richiesta ulteriore protezione pelle • >1 ÷ < 3 T-shirt, cappello a falde • >3 ÷ < 5 Indumenti protettivi maniche lunghe, cappello a falde, crema protezione solare SPF 15 • > 5 Come precedente + Modificare ambiente lavoro con aree all’ombra o organizzazione lavoro

  28. Anche l'INAIL misura la potenza del sole. Il laboratorio Agenti fisici del dipartimento Igiene del lavoro dell'INAIL (ex Ispesl) svolge attività di ricerca sulla prevenzione dei rischi di esposizione lavorativa alle sorgenti di radiazioni ultraviolette, visibili e infrarosse di origine artificiale ma anche, e da più tempo, sulle problematiche relative all'esposizione lavorativa alla radiazione ultravioletta solare. Il laboratorio dispone di un radiometro solare situato sul tetto del Centro di ricerca di Monteporzio. Si tratta di uno strumento di precisione che misura la potenza che il nostro sole "dona" al nostro pianeta nelle varie bande dello spettro elettromagnetico, in particolare, misura la potenza per unità di superficie (irradianza) nelle bande Uva e Uvb. Da questi dati è possibile ricavare l'UV-Index, una semplice scala di valori da zero a 11, che permette di quantificare con estrema semplicità il fattore di rischio di esposizione alla radiazione ultravioletta solare da "basso" (1-2), a "medio" (3 a 5) fino a "molto alto" (da 6 a 10).

  29. U.V. INDEX • L'Indice UV è un indice che basandosi: • sulla posizione del sole, • sulla nuvolosità prevista, • sull'altitudine, • sui dati dell'ozono, • predice l'intensità della radiazione ultravioletta solare giornalmente. La scala dell'indice UV va da un minimo di 1 ad un massimo di 12, più l'indice è alto, più forte è l'intensità degli UV. In tab. 1 si riportano i pittogrammi adottati dalla OMS ai fini dei crescenti livello di rischio associati all’UV index. • Originariamente l’indice UV è stato definito in modi diversi nei vari paesi ed è stato utilizzato per informare la popolazione sui rischi legati alla radiazione UV. • In seguito la sua definizione è stata standardizzata e pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e dalla Commissione Nazionale sulle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) . • L’Indice UV è raccomandato come mezzo per la diffusione al pubblico dei rischi alla salute derivanti dalla esposizione alla radiazione UV ed al fine di informare la popolazione sulle misure di protezione da adottare.

  30. Pittogrammi standard OMS per la comunicazione UV Index alla popolazione.

  31. DANNI CUTANEI DA ESPOSIZIONE A U.V. SONO: • (Dal foto invecchiamento alle neoplasie) • Effetti a breve termine • ERITEMA / USTIONE SOLARE • FOTOCHERATOCONGIUNTIVITE • Effetti a lungo termine • FOTO INVECCHIAMENTO – CHERATOSI • TUMORE DELLA PELLE • CATARATTA FOTOCHIMICA

  32. USTIONE SOLARE La permanenza al sole per un periodo più o meno prolungato (la variabilità è soggettiva - FOTOTIPI) può provocare, in particolare se la pelle non è già abbronzata, la comparsa dell'eritema solare. Se l'esposizione è stata particolarmente intensa possono comparire vescicole o bolle seguite da erosioni (ustioni solari). Altro tipo di lesione cutanea è la fotosensibilizzazione, reazione secondaria all'assunzione di alcune sostanze (soprattutto farmaci o composti chimici fotosensibilizzanti contenuti in creme, cosmetici o profumi), con meccanismo tossico o allergico nel momento in cui ci si espone al sole. Fig. 1 ustione di 1° grado Fig. 2 ustione di 2° grado

  33. Classifichiamo le ustioni in tre gradi 1° grado: si tratta di un’ustione superficiale che interessa solo l’epidermide; è caratterizzata da un arrossamento della pelle e, a volte, da un leggero gonfiore 2° grado: il primo strato della cute viene attraversato e il secondo danneggiato; l’ustione non raggiunge i tessuti sottostanti. E’ presente un dolore intenso, arrossamento, vesciche e la pelle appare chiazzata. Gonfiore e vesciche possono apparire fino a 48 ore dopo il trauma. Il possibile verificarsi di un’infezione costituisce una delle preoccupazioni principali in presenza di un’ustione di 2° grado. 3° grado: tutti gli strati della cute sono danneggiati; sono presenti aree carbonizzate e scure, o bianche e secche. Il pericolo di infezione è elevato, il dolore può essere presente o assente. Spesso è difficile per il primo soccorritore distinguere il secondo dal terzo grado

  34. FOTODANNEGGIAMENTO CUTANEO Il fotodanneggiamento cutaneo, indicatore di “esposizione solare”, si caratterizza per la presenza di: Rughe Lentiggini o macchie cutanee Perdita di elasticità della cute Ispessimento della cute Disidratazione Presenza di teleangectasie Cicatrici stellate

  35. CHERATOSI ATTINICA La cheratosi attinica è una zona rossa e squamosa sulla pelle che si sviluppa dopo anni di esposizione al sole. E' più comunemente presente sul viso, labbra, orecchie, dorso delle mani, avambracci, collo, cuoio capelluto o zone di pelle di solito esposta al sole. Un cheratosi attinica, nota anche come cheratosi solare, si allarga lentamente e di solito non provoca sintomi o segni diversi da quelli di una piccola macchia sulla pelle. Alla cheratosi attinica servono anni per svilupparsi. Molti medici considerano la cheratosi attinica precancerosa perché può evolvere in cancro della pelle.È possibile ridurre il rischio di cheratosi attinica riducendo al minimo l'esposizione solare e proteggere la pelle dai raggi ultravioletti (UV)

  36. Sintomi • I segni ed i sintomi della cheratosi attinica sono: • Una zona secca o squamosa di pelle, di solito meno di 2,5 centimetri di diametro • Una zona leggermente rialzata sullo strato superiore della pelle • In alcuni casi, escrescenze simili a verruche • Colore che va dal rosa al rosso al marrone o color carne • Prurito o bruciore nella zona interessata • La cheratosi attinica si trova principalmente nelle aree esposte al sole: viso, labbra, orecchie, dorso delle mani, avambracci, cuoio capelluto e collo. • Consultare il medico o chiedere una visita con un dermatologo se una lesione cutanea: • È dolorosa • Provoca prurito o ustioni • Trasuda o sanguina • Diventa squamosa • Cambia nelle dimensioni, forma, colore o spessore

  37. CauseL'esposizione frequente o intensa ai raggi UV, di solito al sole, provoca una cheratosi attinica.Un cheratosi attinica inizia nello strato superiore della pelle, l'epidermide. Normalmente, le cellule della pelle all'interno dell'epidermide si sviluppano in modo controllato e ordinato. In generale, le nuove cellule si spingono verso la superficie della pelle, sostituendo quelle vecchie. Quando le cellule della pelle sono danneggiate attraverso le radiazioni UV, si verificano dei cambiamenti nella struttura della pelle e nel colore, causando lesioni.La maggior parte dei danni alle cellule della pelle sono i risultati dell' esposizione a radiazioni UV. Il danno si aggiunge nel tempo, quindi più tempo si passa al sole o in una cabina abbronzante, maggiore è la probabilità di sviluppare il cancro della pelle.

  38. Fattori di rischio • Anche se chiunque può sviluppare cheratosi attiniche, si ha maggiore probabilità di sviluppare la condizione se: • Si ha più di 40 anni • Si vive in un clima soleggiato • Ci si espone spesso al sole • Si ha la pelle molto chiara • Si ha un sistema immunitario debole a causa della chemioterapia, leucemia cronica, AIDS o farmaci per il trapianto d'organo

  39. Complicazioni Se trattate precocemente, quasi tutte le cheratosi attiniche possono essere eliminate prima di sviluppare il cancro della pelle. Tuttavia, se non trattate alcune di queste macchie o chiazze possono evolvere in carcinoma a cellule squamose, una grave forma di cancro della pelle.Un cheratosi attinica può essere la prima forma di carcinoma a cellule squamose. Questo tipo di tumore di solito non è pericoloso per la vita, se individuato e trattato precocemente. In alcuni casi, tuttavia, il carcinoma a cellule squamose può crescere fino a invadere i tessuti circostanti, con metastasi in altre parti del corpo.

  40. Prevenzione • La prevenzione della cheratosi attinica è importante perché questa condizione può essere precancerosa.Ecco cosa fare per prevenire: • Evitare di stare al sole a lungo. • Utilizzare la protezione solare. L'uso regolare di creme solari riduce lo sviluppo della cheratosi attinica. • Coprirsi. Per una protezione extra dal sole, indossare indumenti a trama fitta. • Evitare lettini abbronzanti. I lettini abbronzanti emettono raggi ultravioletti A (UVA), i raggi, che sono spesso propagandati come meno pericolosi rispetto a quelli ultravioletti B (UVB). Ma la luce UVA penetra più in profondità nella pelle, provocando cheratosi attiniche e aumentando il rischio di cancro della pelle. • Controllare la pelle regolarmente e segnalare le modifiche al medico.

  41. Fotoinvecchiamento – preludio alla cheratosi attinica

  42. Cheratosi attinica – lesioni iniziali

  43. Cheratosi attinica della testa

  44. Cheratosi attinica della testa

  45. Cheratosi attinica della testa

  46. Cheratosi attinica ad evoluzione cormoide

  47. Cheratosi attinica dell’avambraccio

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