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Il miglioramento della qualità della scuola

Firenze 5 Maggio 2013. In questo viaggio c'è posto anche per me. Il miglioramento della qualità della scuola è il miglioramento dell’apprendimento di tutti gli alunni; ”Non uno di meno”…. Nadia Sozzi Cristina Sali.

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Il miglioramento della qualità della scuola

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Presentation Transcript


  1. Firenze 5 Maggio 2013 In questo viaggio c'è posto anche per me Il miglioramento della qualità della scuola è il miglioramento dell’apprendimento di tutti gli alunni; ”Non uno di meno”… Nadia Sozzi Cristina Sali

  2. Con questo intervento vorremo evidenziare come i percorsi di lingua, ideati e promossi dalla dottoressa Maria Piscitelli, offrano innumerevoli opportunità di crescita per tutti quei bambini svantaggiati sia per difficoltà di comprensione, sia per disabilità specifiche che per condizioni sociali problematiche . Durante questi anni di sperimentazione ci sono sempre stati nei gruppi di lavoro alcuni di questi bambini e mai c’è stata esclusione, anzi per loro è venuto naturale trovare il proprio spazio. Nessuno ha dovuto farsi da parte ma ognuno ha potuto consolidare la propria identità attraverso un ruolo attivo, costruttivo.

  3. Come proporre un sapere linguistico centrato sui bisogni dei bambini? • Nell’arco della scuola dell’Infanzia il bambino deve poter fare esperienze linguistiche in vari ambiti e sviluppare anche altre abilità. La sua crescita deve attuarsi attraverso il consolidamento dell’identità, lo sviluppo dell’autonomia, l’acquisizione dicompetenze, l’avvio allacittadinanza. • I percorsi di lingua che abbiamo attivato, e che rivolgiamo a bambini di tre, quattro e cinque anni, fanno parte del curricolo verticale e rispondono pienamente alle finalità della Scuola dell’Infanzia. • Pongono attenzione alle tappe evolutive della crescita, per fare la cosa giusta al momento giusto; sono percorsi capaci di coinvolgere sia la sfera cognitiva, sia quella emotiva, affettiva e sociale di ognuno.

  4. Permettono di esprimere le sensazioni attraverso la parola ma anche e soprattutto attraverso la fisicità, il corpo diventa elemento di conoscenza, così come il linguaggio grafico che aiuta nella rappresentazione di idee ed emozioni. Adattabilità dei percorsi ai diversistadi di crescita

  5. Valorizzano i canali di conoscenza dei bambini di quest’età con proposte che si fondano su aspetti percettivi, corporei, sensoriali.

  6. Favoriscono l’interazione con i linguaggi non verbali: • (iconici, musicali, teatrali)

  7. Potenzialità e flessibilità dei percorsi nella pratica didattica • La progettualità dei percorsi si basa su alcuni punti nodali. Ogni insegnante deve farvi riferimento ogni qualvolta elabori le sue attività didattiche, ma non costituiscono mai un limite all’esplicazione della sua professionalità. • I percorsi linguistici proposti, segnano il punto di partenza e quello di arrivo, ma il viaggio intrapreso è sempre nuovo e diverso per arrivare a destinazione. • I contenuti e le attività proposte possono essere continuamente rinnovate. L’insegnante è regista e guida verso la meta finale, i bambini fanno esperienza, vedono, mettono in pratica, riflettono.

  8. La dinamicità dei percorsi permette all’insegnante di attivare tutta una serie di proposte particolarmente adatte per aiutare i bambini ad esprimere le proprie potenzialità in un contesto coinvolgente e motivante. • Nel rispetto dello sviluppo cognitivo di ognuno, le diverse attività rispondono a criteri di gradualità e ricorsività. • Una buona integrazione può avvenire solo in un ambiente affettivo dove si riconosce e si rispetta la diversità. • Aumentare la fiducia in se stessi e la propria autostima è condizione imprescindibile perché la scuola diventi sempre più inclusiva.

  9. Con “Bolle di sapone”, a tre anni, curiamo l’aspetto fonologico. Partendo dalle proposte sul soffio , che è il primo segmento del percorso linguistico, in ogni attività, i bambini sono stati invitati a dare una vesta linguistica ai suoni scoperti.L’aria, attraverso attività sul soffio, si traduce in suono, i suoni sono evocativi, e si traducono in parole che trasmettono significato.

  10. Con il gioco allo specchio si lavora sulla consapevolezza della posizione delle labbra. Davanti allo specchio abbiamo soffiato forte Uff… Ufff… poi abbiamo riso forte Ah..ahh e ci siamo meravigliati OOOO

  11. Abbiamo fatto il gioco di soffiare la farina sul foglio con la colla. Abbiamo soffiato forte..così ffff…. ffff Si giocava con i colori..ho soffiato e con la cannuccia facevo Uff.. Uff….

  12. Abbiamo giocato con l’acqua, il latte e l’aranciata; la maestra mi ha dato la cannuccia e ho soffiato forte.. È successo che venivano tutte le bolle…. Facevano anche rumore e facevano Plò.. Plò… Plò.. Viene le bolle,fa il rumore delle bollicine …Blu..Blu.. Blu No.. Fa …Glu.. Glu.. Glu..

  13. Il soffio diventa evocativo di qualcosa a cui si dà un significato e attraverso altri elementi percettivi si attiva l’immaginario in modo da creare una situazione fantastica.

  14. Con “Paesaggi sonori”, a quattro anni, continua la parte fonologica con l’articolazione dei suoni attraverso stimolazioni di tipo più propriamente acustico. Con la messa in scena si dà significato al suono attraverso la fisicità.

  15. Si crea un atmosfera suggestiva con la voce narrante dell’insegnante. Il corpo diventa protagonista nell’evocazione e nell’articolazione dei suoni individuati.

  16. I bambini rievocano l’esperienza vissuta attraverso l’ascolto

  17. Nella veste grafica si coglie la la diversità tra un prima e un dopo e si crea una sintesi tra i vari elementi

  18. Con “Fiori per dire e raccontare”, a cinque anni, si cura, nel momento dei messaggi l’aspetto pragmatico della lingua. L’interazione sociale, la relazione, il confronto sono alla base dell’apprendimento culturale.

  19. Nella prima fase ci soffermiamo sul significato e l’importanza del dono di un fiore accompagnato da un messaggio grafico. La lettura del messaggio a voce alta e con il microfono valorizza l’oralità e la funzione sociale della lingua.

  20. La scoperta del fiore ricevuto, avviene tramite i sensi. Chiediamo ai bambini di toccare, ascoltare, odorare e “assaggiare”, con gli occhi e con la “lingua”, il fiore donato e a comunicare cosa hanno provato.

  21. I bambini costruiscono un ambiente fantastico e trasformano i fiori in personaggi che loro stessi interpretano nella messa in scena.

  22. Nella costruzione della storia che avviene nella parte finale del percorso, tutti trovano un loro spazio comunicativo. Ogni bambino si sente valorizzato perché nella stesura finale della storia ritrova il suo contributo e si riconosce.

  23. RAGGIUNTA LA META….. IL VIAGGIO CONTINUA……. • Con questa presentazione abbiamo cercato di evidenziare come attraverso l’itinerario di viaggio che i percorsi delineano, TUTTI i bambini, possono trovare un loro spazio di crescita personalizzato che li porta alla meta finale senza mai rimanere isolati o emarginati rispetto al gruppo. • Praticare questa metodologia è il modo migliore per includere anche chi parte in condizioni di svantaggio, solo così è possibile garantire un processo di crescita organico e completo per costruire e rafforzare: • L’identità. La lingua è un potente strumento di identità culturale. • L’autonomia. Il bambino, guidato dall’insegnante, si sente protagonista e acquista sempre maggior sicurezza nelle proprie capacità che può esprimere attraverso vari linguaggi. • La competenza. La consapevolezza testuale, lessicale e fonologica vengono potenziate insieme alle capacità simboliche e cognitive. • La cittadinanza. Il confronto con gli altri, lo scambio di idee, l’ascolto e la condivisione favoriscono la convivenza democratica.

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