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Benvenuti agli immigrati

Benvenuti agli immigrati. :)). Nativo digitale (dalla lingua inglese digital native ) è una espressione che viene applicata ad una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer , Internet , telefoni cellulari e MP3 .

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Benvenuti agli immigrati

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Presentation Transcript


  1. Benvenuti agli immigrati :))

  2. Nativo digitale (dalla lingua inglesedigital native) è una espressione che viene applicata ad una persona che è cresciuta con le tecnologiedigitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3. Per contro un immigrato digitale (digitalimmigrant) si applica ad una persona che è cresciuta prima delle tecnologie digitali e le ha adottate in un secondo tempo.

  3. ??? CHIP sotto pelle • Gli impianti saranno creati dalla multinazionale CyberkineticsInc, che realizzerà dei chip che consentiranno • la connessione tra cervello umano • e dispositivi elettronici esterni. • Il loro scopo, anche se estremamente fantascientifico, è quello di interagire con un computer esterno ed imparare a dare ordini a quest'ultimo con il pensiero, cosa fattibile secondo gli ingegneri della Cyberkinetics. • L'impianto, chiamato da loro "BrainGate (porta celebrale)", è sostanzialmente composto da un'array di circa un centinaio di elettrodi che riuscirebbe a monitorare un gran numero di neuroni.

  4. Differenze tra Web….. • Partiamo con le definizioni:Web 1.0 Le informazioni sono pubblicate in maniera statica, immaginate come un vostro foglio di word con testo e immagini, portato su web.L’utente arriva sulla pagina, legge e se ne va senza nessuna interazione.Attualmente il 70% degli utenti è ancora abituato a questo tipo di navigazione. • Web 2.0 Il termine venne coniato da Tim O’Reilly alla prima conferenza sul web 2.0. Per la prima volta si iniziò a dare grande importanza all’usabilità e al modo di condividere i contenuti. Il webmaster non è che una parte del sito, che, nei casi più importanti, è composto da comunità di migliaia di utenti (si pensi a Wikipedia). • Web 3.0 Come ogni rivoluzione, si cerca ora, con il web 3.0, di raffinare l’enorme cambiamento che ha portato il web 2.0: Il web 3.0 infatti, non sarà altro che un evoluzione del suo predecessore.Attualmente non è ancora tutto chiaro ma da quel che si legge sulla rete, ma possiamo immaginarci uno scenario in cui le informazioni in rete vanno sempre di più agglomerate verso un unico database, e consultate da più pagine web grazie a tecnologie tipo XML, WSDL e derivate.

  5. Web Services Description Language (WSDL) 1.1 • è un linguaggio formale in formato XML utilizzato per la creazione di "documenti" per la descrizione di Web Service. • Mediante WSDL può essere, infatti, descritta l'interfaccia pubblica di un Web Service ovvero creata una descrizione, basata su XML, di come interagire con un determinato servizio: un "documento" WSDL contiene infatti, relativamente al Web Service descritto, informazioni su: • cosa può essere utilizzato (le "operazioni" messe a disposizione dal servizio); • come utilizzarlo (il protocollo di comunicazione da utilizzare per accedere al servizio, il formato dei messaggi accettati in input e restituiti in output dal servizio ed i dati correlati) ovvero i "vincoli" (bindings in inglese) del servizio; • dove utilizzare il servizio (cosiddetto endpoint del servizio che solitamente corrisponde all'indirizzo - in formato URI - che rende disponibile il Web Service)

  6. XML • (sigla di eXtensible Markup Language) è un metalinguaggio di markup, ovvero un linguaggio marcatore che definisce un meccanismo sintattico che consente di estendere o controllare il significato di altri linguaggi marcatori.

  7. Piano Generale di Sviluppo Piano operativo del Direttore Generale RPP 1 RPP 2 RPP 4 RPP 5 RPP 3 PEG 2 PEG 3 PEG 4 PEG 5 PEG 1 Gestione operativa 1 Gestione operativa 2 Gestione operativa ….. Gestione operativa …… Gestione operativa …… Il Piano Generale di Sviluppo nel quadro programmatorio-pianificatorio Linee programmatiche di mandato Programma elettorale Programmaelettorale Valutazione dei dirigenti

  8. La matrice normativa della pianificazione

  9. La matrice normativa del controllo

  10. Il quadro d’insieme Programma amministrativo Piano strategico D Linee programmatiche Bilancio di mandato C PeCS Piano generale di sviluppo Bilancio sociale A Rendiconto della gestione Referto del controllo di gestione RPP B A PeCD Piano esecutivo di gestione

  11. Il sistema di PPeC Organi di governo (Linee programmatiche, PGS, RPP, bilancio di mandato, bilancio sociale, rendiconto della gestione) Sistema PeC strategico Direzione Generale e dirigenza Organo di governo esecutivo (PEG) Sistema PeC direzionale Dirigenza ed unità direttive (Referto del controllo di gestione) Sistema PeC operativo Dirigenza ed unità direttive Personale tutto

  12. Il sistema PeC strategico 2. Formulazione strategie 1.“Lettura” ambiente interno ed esterno 3. Sviluppo strategie 4. Reporting strategico e valutazione

  13. Il concetto di strategia “Una strategia è una serie di linee guida generali usate per impostare e successivamente coordinare le azioni concrete tese a raggiungere lo scopo, in modo da dare loro la massima efficacia”. (Wikipedia)

  14. Elementi di strategia La “vision” “La vision rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni degli organi di governo, di cui esprime la percezione circa il futuro dell’Ente locale, implicando, per sua natura, un progresso o una discontinuità tra lo scenario attuale e lo scenario futuro immaginato. Per essere efficace il vision statement (manifesto della visione imprenditoriale), definendo ciò che l’ente – e per estensione, il territorio, la città, la comunità – dovrebbe essere chiaro e vivido, sintetico e ad effetto, orientato al futuro e riferito ad aspirazioni realistiche e comunque verosimili. In sostanza dovrebbe rispondere alla domanda: “dove vogliamo arrivare?”” (Guida agli Enti locali n. 6/2007)

  15. Linee programmatiche PROGRAMMI PGS PROGETTI SEGMENTO PROGRAMMATICO RPP SEGMENTO PROGETTUALE PEG OBIETTIVI La “cascata degli interventi di programmazione/pianificazione” LINEE STRATEGICHE

  16. Questioni di metodo “Il diagramma ad albero è uno strumento per rappresentare con un livello di dettaglio crescente l’insieme di metodi, procedure e attività più opportuni per conseguire un determinato obiettivo. Chiamato anche “dendogramma” o “diagramma sistematico” esso viene utilizzato ogni qualvolta è necessario intraprendere un’analisi sistematica di un problema, un concetto, un obiettivo.” (A. Galgano, “I sette strumenti manageriali della qualità totale, Il Sole-24Ore libri, 1999)

  17. Questioni di metodo “L’utilizzo del diagramma ad albero può ricadere all’interno di due macrocategorie: 1. Diagramma ad albero per lo sviluppo di un concetto in sottocomponenti fino ad arrivare agli elementi basilari. In questo diagramma la domanda fondamentale per passare da un livello all’altro è: “Di che cosa si compone?” o “Da che cosa è costituito?”. 2. Diagramma ad albero per lo sviluppo dei mezzi/procedure necessari a ottenere un determinato risultato; l’analisi sistematica delle azioni necessarie a risolvere un problema o raggiungere un determinato obiettivo. Qui la domanda fondamentale per passare da un livello all’altro è: “Come? Cioè “Cosa bisogna fare per ottenere questo risultato?” (A. Galgano, “I sette strumenti manageriali della qualità totale, Il Sole-24Ore libri, 1999)

  18. Alberi • Un albero è un grafo orientato in cui ogni nodo ha al più un arco entrante e non ci sono cicli. • Esiste un unico nodo detto radice che non ha archi entranti. • I nodi che non hanno archi uscenti sono detti foglie. • I nodi B1, B2, ..., Bk raggiunti da un arco uscente dal nodo A sono detti figli di A mentre A è detto padre di B1, B2, ..., Bk • Si possono definire: • la profondità di un albero data dal cammino più lungo dalla radice ad una foglia. • l’ampiezza data dal massimo numero di archi uscenti da un nodo (ovvero dal numero massimo di figli per ogni nodo)

  19. Exp Exp Exp Op Exp Op Exp Int + Int Int * 3 6 4 Esempio Gli alberi sono utilissimi per strutturare le informazioni. Nella sintassi servono per rappresentare la struttura della frase, che altrimenti si perde nella sequenza di simboli. radice intermedi foglie

  20. Laboratorio Informatica – I lezione inizio Esempio L’appello apre • Il Professore Chiama nome 1) apre il registro; 2) Chiama nome; si Riga vuota? 3)si chiede se ha finito l’appello se si va alla fine, altrimenti continua no 4) lo studente risponde se si continua; altrimenti annota l’assenza; Presente ? si 5) va al nome successivo; 6) Torna al punto 2 no fine) chiude il registro chiudi Annota assenza fine

  21. Business Intelligence

  22. CRM • Il concetto di Customer relationship management o Gestione delle Relazioni coi Clienti è legato al concetto di fidelizzazione dei clienti.

  23. ERP • L'acronimo significa Enterprise Resource Planning (letteralmente "pianificazione delle risorse d'impresa")[1]. • Si tratta di un sistema di gestione, chiamato in informatica sistema informativo, che integra tutti i processi di business rilevanti di un'azienda (vendite, acquisti, gestione magazzino, contabilità etc.)

  24. SCM • La gestione della catena di distribuzione (o, acronimo dell'inglesesupply chain management) riguarda diverse attività logistiche delle aziende, con l'obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l'efficienza. Tra queste attività sono incluse la catalogazione sistematica dei prodotti e il coordinamento strategico dei vari membri della catena di distribuzione.

  25. Business Information Warehouse (abbr. BW) • è il prodotto software di data warehouse realizzato dalla società SAP AG. • Nasce dalle teorizzazioni del data warehouse formulata negli anni 1980 da Ralph Kimball e William H. Inmon accogliendo completamente le teorie di quest'ultimo. I progettisti del prodotto SAP però ampliano il classico schema a stella ("star schema"), creando un modello e soluzione "Enterprise", adatto alle esigenze di grandi aziende.

  26. business intelligence (BI) Con il termine ci si può solitamente riferire a: • un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. • la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, • le informazioni ottenute come risultato di questi processi. • Questo termine è stato coniato nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.

  27. Data warehouse (o DW, o DWH) • (termine traducibile con magazzino di dati), è un archivio informatico contenente i dati di un'organizzazione. I DW sono progettati per consentire di produrre facilmente relazioni ed analisi. • Il data warehouse è organizzato su quattro livelli architetturali: • trasformazione dei dati: è il livello che si occupa di acquisire i dati e validarli; • preparazione e "stoccaggio" dati: è il livello che fornisce i dati agli utenti e alle applicazioni analitiche; • interpretazione e analisi dati: è il livello, ad elevato valore aggiunto, che presiede alla trasformazione dei dati in informazioni aventi valore strategico; • presentazione dati: è il livello, a basso valore aggiunto, che presiede alla presentazione finale agli utenti delle informazioni e quindi delle risposte cercate.

  28. Practical Data Modeling With SAP et Weaver BW by: Daniel Knapp $84.95 (as of 03/23/2011)

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