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Una mosca in classe

Una mosca in classe. Testo narrativo a DICIOTTO mani della classe 4 B. MODALITÀ DI LAVORO. Stendere la scaletta del testo distinguendo in : INCIPIT, SVILUPPO, CONCLUSIONE Sviluppare tutte le sequenze narrative

kiley
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Presentation Transcript


  1. Una mosca in classe Testo narrativo a DICIOTTO mani della classe 4 B

  2. MODALITÀ DI LAVORO • Stendere la scaletta del testo distinguendo in : INCIPIT, SVILUPPO, CONCLUSIONE • Sviluppare tutte le sequenze narrative • Sviluppare le sequenze descrittive, riflessive, dialogiche collegandole in modo opportuno alle narrative . • Revisionare il testo per la correzione finale.

  3. Incipit QUELLA MATTINA IN CLASSE 4 B GLI ALUNNI STAVANO SVOLGENDO UNA LEZIONE DI LINGUA SUL LIBRO DI LETTURA CON LA MAESTRA AGOSTINA. LA MAESTRA STAVA SPIEGANDO I TIPI DI SEQUENZE CHE SI POSSONO USARE NEI TESTI NARRATIVI Sviluppo AD UN TRATTO, PRESUMIBILMENTE DALLA FINESTRA, ENTRÒ UNA MOSCA CHE COMINCIÒ A GIROVAGARE PER LA CLASSE. PER QUELLA VELOCE MOSCA, CHE CONTINUAVA A SFRECCIARE COME SE FOSSE STATA SU UN CIRCUITO DI FORMULA UNO, GLI ALUNNI PERSERO L’ATTENZIONE E CONTINUARONO A GUARDARLA E GUARDARLA COME UN PUBBLICO IN DELIRIO. LA POVERA MAESTRA, A CAUSA DELLA DISTRAZIONE DEI BAMBINI, LI RIMPROVERÒ DICENDO: “SE NON LA PIANTATE VI DO UN BEL CASTIGO: SCRIVERETE UN TESTO SULLA VITA, LE OPERE, LA MORTE ED I MIRACOLI DELLE MOSCHE !!!”. TUTTI SI MISERO A RIDERE. DOPO IL RIMPROVERO I BAMBINI PRESTARONO PIÙ ATTENZIONEALLE PAROLE DELLA MAESTRA E CONTINUARONO AD SCOLTARLA. AD QUESTO PUNTO LA MAESTRA DECISE DI FAR SCRIVERE UN TESTO PROPRIO SULL’EPISODIO DELLA MOSCA, NEL FRATTEMPO LA MOSCA CONTINUAVA A VOLARE IMPERTERRITA, MA SENZA PIÙ CATTURARE L’ATTENZIONE DEI RAGAZZI, TUTTI INTENTI A RACCONTARE LE SUE GESTA. ALLA FINE SUONÒ LA CAMPANELLA DELL’INTERVALLO. I BAMBINI APRIRONO SIA LA PORTA SIA LA FINESTRA E LA MOSCA USCÌ DALLA CLASSE. CONCLUSIONE

  4. QUELLA MATTINA IN CLASSE 5 B GLI ALUNNI STAVANO SVOLGENDO UNA LEZIONE DI LINGUA SUL LIBRO DI LETTURA CON LA MAESTRA AGOSTINA. Incipit LA MAESTRA STAVA SPIEGANDO I TIPI DI SEQUENZE CHE SI POSSONO USARE NEI TESTI NARRATIVI In classe era tutto tranquillo. All’appello non mancava nessuno. Fuori il sole splendeva e si sentivano i flebili cinguettii degli uccellini che svolazzavano nel limpido cielo. C’era un sole brillante che illuminava i visi dei ragazzi rendendoli più belli, ma essi si lamentavano dicendo che dava loro fastidio. Dalla finestra il sole splendente diffondeva una luce calda e soffusa, che rendeva i visi molto allegri Dalle finestre entravano spiragli di luce splendente e all’appello non mancava nessuno. Fuori splendeva il sole, che riscaldava tutte le classi con i suoi raggi dorati ed entrava dagli spiragli delle tende delle finestre. Dalle finestre entrava un luce abbagliante all’appello non mancava nessuno ma , come ogni mattina,non tutti erano attenti. L’atmosfera era calda e la classe era illuminata dai raggi abbaglianti del sole: tutto era tranquillo. Fuori splendeva il sole che entrava da uno spiraglio tra le tende della finestra: in classe gli alunni erano in silenzio. Era una giornata di sole e per il caldo i ragazzi avevano aperto una finestra.

  5. SVILUPPO: AD UN TRATTO, PRESUMIBILMENTE DALLA FINESTRA, ENTRÒ UNA MOSCA CHE COMINCIÒ A GIROVAGARE PER LA CLASSE. Questa era una mosca molto grossa, pelosa, nera come la notte senza luna. Gli occhi sfaccettati rifrangevano la luce del sole come un prisma ed il suo ronzio sembrava il ronzio del calorifero della classe. Il suo ronzio era molto fastidioso e distraeva la classe. Più volte la maestra richiamò i ragazzi per chiedere l’attenzione. Era una mosca nerissima, gigante ma veloce come una Ferrari. Il suo fastidioso ronzio era rumoroso come un motore. Sembrava impazzita, girava così velocemente che Shumacker in confronto sembrava un lumaca. Era grossa e pelosa e quando si spostava faceva uno strano ronzio. Aveva una passione per le tende: quando era stanca ci si posava sopra . Poi però ripartiva e ronzava da un banco all’altro. Sfrecciava a più non posso, di qua e di là e raramente si posava sulle cose che le capitavano a tiro. Quella mosca grande, nera e pelosa continuava a girare e ronzare rumorosamente Era grossa, pelosa, tutta nera ed era proprio un elemento di disturbo, perché continuava a ronzare “ZZZZZZZ” mentre volava Quella era una normale mosca nera, grossa e pelosa, ma per la maestra era come una calamita che attirava l’attenzione degli alunni, perché continuavano a tenerla d’occhio e a scacciarla.

  6. PER QUELLA VELOCE MOSCA, CHE CONTINUAVA A SFRECCIARE COME SE FOSSE STATA SU UN CIRCUITO DI FORMULA UNO, GLI ALUNNI PERSERO L’ATTENZIONE E CONTINUARONO A GUARDARLA E GUARDARLA COME UN PUBBLICO IN DELIRIO. A quel punto uno dei desideri più presenti nella mente dei ragazzi era: “ SCHIACCIAMOLA … SENZA … PIETÀ !!!” . Alcuni alunni pensarono :” Beata mosca! Noi prigionieri della maestra, mentre lei è libera . CHE INVIDIA!” . Più volte alzarono lo sguardo per osservarla. Altri invece iniziarono a spostare nervosamente gli astucci e i quaderni perché ….. ne avevano PAUUURA. Le femmine ne avevano schifo e pensavano:“ Ammazzatela!!! “. I maschi pensavano invece che fosse un animale interessante, anzi la invidiavano perché era l’unica ad essere … LIBERAAA . Gli alunni pensavano: “ Finalmente qualcosa di interessante in questa noiosa lezione di lingua.”. I maschi pensarono: “ Che animale affascinante, così veloce e così bello!” Invece le femmine inorridivano : ” Che essere inutile: così schifoso, brutto ed noioso!”. I maschi pensavano:”Le femmine sono Proprio fifone! Hanno paura di una mosca! Passi per le api, ma per le mosche no! Sono proprio delle femminucce. Beh, vacci tu a capirle!!!!! “. Invece alcune femmine pensavano: “ AIUTOOO!!!! PERCHÉ NON FANNO USCIRE QUESTA MOSCA? “. La maestra sconsolata pensò :” Chissà come avrà fatto quell’ insignificante insetto ad attirare l’attenzione dei miei alunni? “.

  7. LA POVERA MAESTRA, A CAUSA DELLA DISTRAZIONE DEI BAMBINI, LI RIMPROVERÒ DICENDO: “SE NON LA PIANTATE VI DO UN BEL CASTIGO: SCRIVERETE UN TESTO SULLA VITA, LE OPERE, LA MORTE ED I MIRACOLI DELLE MOSCHE !!!” TUTTI SI MISERO A RIDERE. La povera Agostina si sentì presa in giro: non intendeva scherzare! A quel punto la maestra s’infuriò e divenne una strega con la faccia bordeaux ... ma poi non riuscii più a trattenere il sorriso. Nessuno le credeva e dissero in coro:” Non è possibile creare un testo del genere!” Invece la maestra esclamò: ” Sì che si può!” ... ma poi rise anche lei. Ma la maestra diceva sul serio: era rossa in faccia come un toro nell’arena e pian piano le scivolarono gli occhiali dal naso. Po si calmò e sorrise all’idea di quello strano castigo. La maestra si arrabbiò molto per le risate dei bambini, ma poi anche lei scherzò sul fatto di dare un simile castigo sulle mosche. Agostina era tutta rossa dalla rabbia per aver dovuto interrompere la sua lezione , aveva un diavolo per capello ... ma poi scoppiò a ridere! Quando la maestra sgridò di nuovo gli alunni, la classe si calmò e diventò silenziosa come un luogo di culto.

  8. DOPO IL RIMPROVERO I BAMBINI PRESTRARONO PIÙ ATTENZIONE ALLE PAROLE DELL MAESTRA E CONTINUARONO AD SCOLTARLA. Alla maestra, vedendo i suoi alunni finalmente attenti, si aprì un sorriso così grande da coprirle tutta la faccia e felicemente riprese la lezione. AD QUESTO PUNTO LA MAESTRA DECISE DI FAR SCRIVERE UN TESTO PROPRIO SULL’EPISODIO DELLA MOSCA. NEL FRATTEMPO LA MOSCA CONTINUAVA A VOLARE IMPERTERRITA, MA SENZA PIÙ ATTIRARE L’ATTENZIONE DEI RAGAZZI, TUTTI INTENTI A RACCONTARE LE SUE GESTA.

  9. CONCLUSIONE ALLA FINE SUONÒ LA CAMPANELLA DELL’INTERVALLO. I BAMBINI APRIRONO SIA LA PORTA SIA LA FINESTRA E LA MOSCA USCÌ DALLA CLASSE. Mentre se ne andava la mosca pensò: “Che classe maleducata! Avevo un po’ di vergogna con tutti quegli occhi puntati su di me. La maestra era molto arrabbiata perché avevo distolto l’attenzione dei suoi alunni. Ma cosa vuole? Sono così affascinante!!!”. Andandosene la mosca pensò: ”Quella maestra che continuava a rimproverare quei poveri bambini! Erano tutti miei fans: non è colpa mia se sono così bella!”. Mentre volava via pensava: “Che classe rumorosa! Nessuno la può sopportare. Povera maestra! Anche se è vero però che ho distratto un po’ troppo quei bambini con i miei voli acrobatici!”. Mentre la mosca usciva pensò: “ Comode quelle tende: sembravano fatte apposta per me! Anche se quella maestra era proprio scortese: in fin dei conti non sono una bella mosca?” La mosca uscendo pensò:” Come mai chela poera maestra l’ha usat tot ol tep? Segont me perché i so alunni i sighetaa a ardam. L’è mia colpa me se so i se bela!!!!” Mentre la mosca se ne andava via pensò:” Che classe di guardoni! Non sono riuscita mai a fare i miei bisognini in santa pace. Insomma un po’ di PRIVACY!!!!!”. La mosca pensò e ripensò:” Cos’erano tutte quelle attenzioni? Perché continuavano a fissarmi? “ Si sentì una calamita . “ BOH !” disse tre sé e sé e se ne volò via incuriosita dall’idea. Quando la mosca uscì dalla finestra disse: “Mamma mia , ho preso un colpo: mi volevano ammazzare! Però quella maestra è stata carina a far scrivere questo testo su di me “. La mosca uscendo fece questa riflessione: “Pensavo di far loro un po’ di compagnia, invece, senza volerlo, sono andata a disturbare quella povera maestra …..ZZZZZZZZZZ”

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