1 / 27

TERRITORIALIT À EVOLUZIONE E NOVIT À DEGLI STUDI DI SETTORE 2007

TERRITORIALIT À EVOLUZIONE E NOVIT À DEGLI STUDI DI SETTORE 2007. Analisi della Territorialità. LE DIFFERENZE CHE CONNOTANO L’AMBIENTE ECONOMICO INFLUENZANO. Le caratteristiche della domanda finale di beni e/o servizi destinati alla persona. Il bisogno di ricorrere a servizi professionali.

Download Presentation

TERRITORIALIT À EVOLUZIONE E NOVIT À DEGLI STUDI DI SETTORE 2007

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. TERRITORIALITÀ EVOLUZIONE E NOVITÀ DEGLI STUDI DI SETTORE 2007

  2. Analisi della Territorialità LE DIFFERENZE CHE CONNOTANO L’AMBIENTE ECONOMICO INFLUENZANO Le caratteristiche della domanda finale di beni e/o servizi destinati alla persona Il bisogno di ricorrere a servizi professionali Le condizioni in cui l’impresa svolge la propria attività I margini di profittabilità e di redditività

  3. la territorialità generale a livello comunale, provinciale e regionale la territorialità del commercio a livello comunale, provinciale e regionale Aggiornamento delle analisi della territorialità Oggetto di aggiornamento 5 aree territoriali omogenee 7 aree territoriali omogenee Le nuove territorialità verranno applicate agli studi di settore con effetto dal periodo d’imposta 2007.

  4. la territorialità generale a livello comunale, provinciale e regionale la territorialità del commercio a livello comunale, provinciale e regionale Aggiornamento delle analisi della territorialità L’aggiornamento delle territorialità determina, nella maggior parte dei casi, una condizione di maggior favore per il contribuente. Gli studi di settore aggiornati, anche a seguito della sola revisione delle analisi territoriali, possono essere utilizzati dal contribuente, ove più favorevoli, in sede di contraddittorio.

  5. Aggiornamento della territorialità generale • grado di benessere, • livello di scolarizzazione, • struttura economica, • tasso di imprenditorialità, • grado di sviluppo dei servizi (credito, logistica, etc.) INDICATORI AGGIORNATI Ridefinizione delle aree territoriali, omogenee in termini di grado di benessere e di sviluppo socio-economico Assegnazione di Comuni, Provincie e Regioni all’area omogenea

  6. Aggiornamento della territorialità generale INDICATORI UTILIZZATI

  7. La territorialità generale a livello regionale A livello regionale non sono subentrate modifiche rispetto alla precedente versione dello studio territoriale Versione precedente (in vigore dal 1998) Versione aggiornata (in vigore dal 2007) GRUPPO 1 - AREE CON LIVELLO DI BENESSERE ELEVATO, ISTRUZIONE SUPERIORE, SISTEMA ECONOMICO LOCALE ORGANIZZATO GRUPPO 2 - AREE CON LIVELLO DI BENESSERE NON ELEVATO, BASSA SCOLARITÀ, SISTEMA ECONOMICO LOCALE POCO SVILUPPATO E BASATO PREVALENTEMENTE SU ATTIVITÀ COMMERCIALI GRUPPO 3 - AREE AD ELEVATA URBANIZZAZIONE CON NOTEVOLE GRADO DI BENESSERE, ISTRUZIONE SUPERIORE E CARATTERIZZATE DA SISTEMI LOCALI CON SERVIZI TERZIARI EVOLUTI GRUPPO 4 - AREE CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DI PICCOLI COMUNI CON ORGANIZZAZIONE SPICCATAMENTE ARTIGIANALE DELL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA E LIVELLO MEDIO DI BENESSERE GRUPPO 5 - AREE DI MARCATA ARRETRATEZZA ECONOMICA, BASSO LIVELLO DI BENESSERE E SCOLARITÀ POCO SVILUPPATA

  8. La territorialità generale a livello provinciale LODIsale dal cluster 1 al cluster 3. COMO, CREMONA, LECCO, VARESE, BIELLA E CUNEOscendono dal cluster 3 al cluster 1. BRINDISIscende dal cluster 2 al cluster 5. Versione precedente (in vigore dal 1998) Versione aggiornata (in vigore dal 2007) GRUPPO 1 - AREE CON LIVELLO DI BENESSERE ELEVATO, ISTRUZIONE SUPERIORE, SISTEMA ECONOMICO LOCALE ORGANIZZATO GRUPPO 2 - AREE CON LIVELLO DI BENESSERE NON ELEVATO, BASSA SCOLARITÀ, SISTEMA ECONOMICO LOCALE POCO SVILUPPATO E BASATO PREVALENTEMENTE SU ATTIVITÀ COMMERCIALI GRUPPO 3 - AREE AD ELEVATA URBANIZZAZIONE CON NOTEVOLE GRADO DI BENESSERE, ISTRUZIONE SUPERIORE E CARATTERIZZATE DA SISTEMI LOCALI CON SERVIZI TERZIARI EVOLUTI GRUPPO 4 - AREE CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DI PICCOLI COMUNI CON ORGANIZZAZIONE SPICCATAMENTE ARTIGIANALE DELL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA E LIVELLO MEDIO DI BENESSERE GRUPPO 5 - AREE DI MARCATA ARRETRATEZZA ECONOMICA, BASSO LIVELLO DI BENESSERE E SCOLARITÀ POCO SVILUPPATA

  9. La territorialità generale a livello comunale Nella nuova versione della territorialità generale, circa 250 comuni di piccole dimensioni sono stati riclassificati nel gruppo 4 (aree caratterizzate da un livello medio di benessere).

  10. La territorialità generale a livello comunale Nella riclassificazione dei comuni del Nord-Ovest (circa 150 comuni di piccole dimensioni sono stati riclassificati nel gruppo 4) si è tenuto conto delle considerazioni degli Osservatori Provinciali.

  11. La territorialità generale a livello comunale Nel Nord-Est aumentano i comuni classificati nel gruppo 1 e nel gruppo 4 della territorialità generale.

  12. La territorialità generale a livello comunale Nel Centro Italia aumentano i comuni classificati nel gruppo 2 della territorialità generale (Aree con livello di benessere non elevato e sistema economico locale poco sviluppato).

  13. La territorialità generale a livello comunale I comuni del Sud e delle Isole mantengono caratteristiche di basso benessere e di marcata arretratezza economica.

  14. Aggiornamento della territorialità del commercio • grado di modernizzazione della rete distributiva, • grado di copertura dei servizi di prossimità, • grado di sviluppo socio-economico, • grado di benessere, • livello di scolarizzazione. INDICATORI AGGIORNATI Ridefinizione delle aree territoriali, omogenee in termini di sviluppo socio-economico e delle caratteristiche della rete distributiva Assegnazione di Comuni, Provincie e Regioni all’area omogenea

  15. Aggiornamento della territorialità del commercio INDICATORI UTILIZZATI

  16. La territorialità generale del commercio a livello regionale A livello regionale non sono subentrate modifiche rispetto alla precedente versione dello studio territoriale Versione precedente (in vigore dal 1998) Versione aggiornata (in vigore dal 2007) Cluster 1 - Aree con livelli di benessere e scolarizzazione molto bassi ed attività economiche legate prevalentemente al commercio di tipo tradizionale Cluster 2 - Aree con elevata dotazione di servizi commerciali specialmente  tradizionali; livello di benessere medio Cluster 3 - Aree ad alto livello di benessere, con un tessuto produttivo industriale e una rete commerciale prevalentemente tradizionale Cluster 4 - Aree a basso livello di benessere,  minor scolarizzazione e rete distributiva tradizionale Cluster 5 - Aree con benessere molto elevato, in aree urbane e metropolitane fortemente terziarizzate e sviluppate, con una rete distributiva molto evoluta Cluster 6 - Aree di medio-piccole dimensioni con una marcata presenza di grandi superfici commerciali, con alto livello di benessere e un sistema economico-produttivo evoluto

  17. La territorialità del commercio a livello provinciale BENEVENTO scende dal cluster 4 al cluster 1. BARI passa dal cluster 2 al cluster 4. La GDO conquista le province di CUNEO, VARESE, SONDRIO, PAVIA, BOLZANO, AREZZO, VERBANO-CUSIO-OSSOLA, MANTOVA, TRIESTE, PIACENZA, FORLI’-CESENA, ROMA. Versione precedente (in vigore dal 1998) Versione aggiornata (in vigore dal 2007) Cluster 1 - Aree con livelli di benessere e scolarizzazione molto bassi ed attività economiche legate prevalentemente al commercio di tipo tradizionale Cluster 2 - Aree con elevata dotazione di servizi commerciali specialmente  tradizionali; livello di benessere medio Cluster 3 - Aree ad alto livello di benessere, con un tessuto produttivo industriale e una rete commerciale prevalentemente tradizionale Cluster 4 - Aree a basso livello di benessere,  minor scolarizzazione e rete distributiva tradizionale Cluster 5 - Aree con benessere molto elevato, in aree urbane e metropolitane fortemente terziarizzate e sviluppate, con una rete distributiva molto evoluta Cluster 6 - Aree di medio-piccole dimensioni con una marcata presenza di grandi superfici commerciali, con alto livello di benessere e un sistema economico-produttivo evoluto

  18. La territorialità del commercio a livello comunale Nella nuova versione della territorialità del commercio, circa 600 comuni sono stati riclassificati nel gruppo 6 a seguito dell’espansione della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

  19. La territorialità del commercio a livello comunale Nella riclassificazione dei comuni del Nord-Ovest (circa 150 comuni di piccole dimensioni sono stati riclassificati nel gruppo 7) si è tenuto conto delle considerazioni degli Osservatori Provinciali.

  20. La territorialità del commercio a livello comunale Nella Nord-Est si rafforza la grande Distribuzione Organizzata che conquista altri 150 comuni.

  21. La territorialità del commercio a livello comunale Anche nel Centro si assiste ad una forte espansione della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che oggi è presente in un numero doppio di comuni.

  22. La territorialità del commercio a livello comunale I comuni del Sud e delle Isole mantengono caratteristiche di basso benessere e di marcata arretratezza economica. La GDO avanza solo nei comuni con elevata dotazione di servizi commerciali.

  23. Le novità degli Studi di Settore 2007 NUOVI INDICATORI TERRITORIALI PER IL COMMERCIO AL DETTAGLIO IL LIVELLO DI CONCORRENZA CON LA GDO è stato misurato sulla base delle superfici dei grandi magazzini e dei supermercati alimentari. IL LIVELLO DI CONCORRENZA NEL SETTORE è stato misurato con un indicatore sintetico del mercato potenziale nel settore, dato dal numero di abitanti per impresa. IL LIVELLO DEGLI AFFITTI DEGLI IMMOBILI commerciali è correlato con la più importante componente di “costo fisso” per le imprese del settore. Gli indicatori sono definiti a livello comunale, ogni comune assume uno specifico valore.

  24. I nuovi indicatori territoriali nel commercio al dettaglio IL LIVELLO DEGLI AFFITTI DEGLI IMMOBILI COMMERCIALI Forte incidenza sul livello dei prezzi e dei margini di ricarico. Elemento di differenziazione del coefficiente di regressione relativo al costo del venduto Differenziazione più marcata del risultato di congruità in relazione al Comune di svolgimento dell’attività Maggior rappresentatività ed equità dello Studio a livello territoriale

  25. Il livello degli affitti degli immobili commerciali ESEMPIO DI APPLICAZIONE Studio di Settore UM05U – Commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature CLUSTER 7 – NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO SPORTIVO-CASUAL Livello degli affitti degli immobili commerciali Coefficiente relativo al costo del venduto PORTOFINO 1,0000 1,3617 CORTINA D’AMPEZZO 0,7949 1,3275 VENEZIA 0,6340 1,3007 MILANO 0,5663 1,2894 ENNA 0,0751 1,2075 Il coefficiente di regressione presenta un differenziale pari a 0,1542 tra Enna e Portofino. • L’indicatore è stato calcolato, per ogni comune, secondo le seguenti modalità: • in ogni comune è stato calcolato il valore mediano dei canoni di affitto di beni immobili per metro quadrato relativamente al comparto del commercio al dettaglio; • la distribuzione di tali valori è stata successivamente standardizzata a valori compresi nell’intervallo da 0 (il comune con il più basso livello degli affitti) ad 1 (il comune con il più alto livello).

  26. …sempre sulla territorialità ESEMPIO DI UTILIZZO DELLE TARIFFE: LO STUDIO UM02U – COMMERCIO AL DETTAGLIO DI CARNI Su indicazione delle Associazioni di Categoria è stato inserito nel quadro Z del modello SM02U l’informazione relativa al “Prezzo per kg (IVA compresa) delle fettine del quarto posteriore di vitellone di 1a qualità”, in quanto significativo per il settore sull’intero territorio nazionale. La rilevazione dei prezzi con il modello dello studio di settore ha permesso di costruire una specifica territorialità, a livello provinciale, per il settore del commercio al dettaglio di carni.

  27. …sempre sulla territorialità L’UTILIZZO DELLE TARIFFE NELLE ATTIVITA’ DEI SERVIZI Nell’ambito degli studi di settore dei servizi, al fine di cogliere le differenze legate alla fascia qualitativa del servizio offerto e le differenze connesse all’ubicazione dell’esercizio, sono state utilizzate, per la stima dei ricavi, le tariffe e i prezzi applicati, rilevati con i questionari predisposti per l’evoluzione degli studi. TG33U – Istituti di bellezza; TG34U - Servizi saloni barbieri e parrucchieri; TG36U - Servizi di ristorazione; TG37U - Bar e caffè, gelaterie; UG44U - Alberghi e affittacamere; UG67U - Lavanderie, servizi delle lavanderie a secco, tintorie. Il livello delle tariffe applicate dal singolo barbiere/parrucchiere o dalla singola lavanderia per i principali servizi, il livello del prezzo del caffè al bancone per i bar ed il livello dei prezzi delle portate principali per i ristoranti, raffrontati con i valori di riferimento individuati per il relativo settore, hanno permesso di individuare dei correttivi da applicare ai coefficienti delle funzioni di regressione.

More Related