1 / 34

IL LUNGO CAMMINO: la storia a partire dalle normativa

Per aggiungere alla diapositiva il logo della società: Scegliere Immagine dal menu Inserisci Individuare il file con il logo della società Scegliere OK Per ridimensionare il logo:

adlai
Download Presentation

IL LUNGO CAMMINO: la storia a partire dalle normativa

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Per aggiungere alla diapositiva il logo della società: • Scegliere Immagine dal menu Inserisci • Individuare il file con il logo della società • Scegliere OK • Per ridimensionare il logo: • Fare clic su un punto qualsiasi del logo. Attorno all'oggetto verranno visualizzati i quadratini di ridimensionamento. • Per ridimensionare l'oggetto, utilizzare i quadratini. • Per conservare le proporzioni dell'oggetto da ridimensionare, trascinare i quadratini di ridimensionamento tenendo premuto MAIUSC. IL LUNGO CAMMINO: la storia a partire dalle normativa Parte seconda Dalla Costituzione ai giorni nostri Avanti

  2. Gli anni ‘50 • tutela fisica e economica della lavoratrice madre. Questa legge viene approvata dopo una lungo dibattito in Parlamento e nel paese (Legge 860/1950 - legge Noce) . • proibizione del licenziamento delle lavoratrici madri, gestanti e puerpere (Legge 986/50) .

  3. Gli anni ’50 (segue) • parità di remunerazione tra uomini e donne, che recepisce la Convenzione ILO n. 100 del 1951 (Legge 741/56) • ammissione le donne nelle giurie popolari delle Corti d'Assise e come componenti dei Tribunali per minorenni (Legge1441/56). • che abolisce la regolamentazione della prostituzione (Legge 75/58 - legge Merlin) . Indietro

  4. Gli anni ‘60 • ammissione delle donne a tutti i pubblici uffici (compresa la magistratura) e a tutte le professioni (escluse Polizia, Guardia di Finanza e Forze Armate). (Legge 66/63) • Legge 7/63 che vieta il licenziamento per matrimonio e la legge di modifica a quella sulla tutela delle lavoratrici madri. Questa legge rende nulle le cause di nubilato presenti nei contratti collettivi, individuali e nei regolamenti. • istituzione della pensione volontaria per le casalinghe (Legge 389/639).

  5. Gli anni ‘70 • Legge 898/70 sullo scioglimento del matrimonio. • Legge 300/70, conosciuto come Statuto dei lavoratori, anche se non si rivolge esplicitamente alle donne, vieta esplicitamente negli articoli 15 e 16 ogni atto o patto discriminatorio, sia esso individuale o collettivo. • Legge 1044/1971 per l'assistenza all'infanzia che prevede l'istituzione di asili-nido pubblici. • Legge 1204/71 di riforma della legge sulla lavoratrice madre (assicura un’efficace protezione fisica alle gestanti e contiene la salvaguardia del posto di lavoro).

  6. Gli anni ’70 (segue) • Legge 151/75 di riforma del diritto di famiglia che sanziona la parità dei coniugi (viene sostituita la “patria potestà” con la “potestà parentale”). • Legge 405/75 che istituisce i Consultori familiari. • Legge 698/75 sullo scioglimento delle funzioni dell’ONMI.

  7. Gli anni ’70 (segue) • Legge 903/77 sulla parità di trattamento fra uomini e donne in materia di lavoro (presentata dalla Ministro del lavoro pro-tempore Tina Anselmi). • In questa legge viene sancito il divieto di discriminazione nell’accesso al lavoro, nella formazione professionale, nelle retribuzioni, nell’attribuzione delle qualifiche e delle carriere professionali. • Inoltre viene preclusa qualsiasi discriminazione basata sullo stato matrimoniale, di famiglia, di gravidanza o attuato mediante meccanismi di preselezione. • Promuove la parità di uomo e donna attraverso una diversa ripartizione delle responsabilità familiari tra i generi. Viene sancito il divieto di lavoro notturno per le donne solo in determinati settori e durante la gravidanza.

  8. Gli anni ’70 (segue) • Legge 194/78 sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza.

  9. Gli anni ‘80 • Legge 121/81 per l’ammissione delle donne nella nuova polizia di Stato. • Legge 442/81 che abroga la rilevanza penale della causa d'onore come attenuante nei delitti. • Legge 546/87 che estende l’indennità giornaliera di gravidanza e puerperio alle lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre, colone, artigiane ed esercenti attività commerciali (attuando la direttiva CEE 86/613 dell’11 dicembre 1986 che recita “parità di trattamento tra uomini e donne che esercitano un’attività autonoma e tutela della maternità”). • DPR 268/87 che contempla la costituzione dei Comitati P. O. all’interno della Pubblica Amministrazione.

  10. Gli anni ’80 (segue) • Legge 400/88 sull'ordinamento della Presidenza del Consiglio conferma la Commissione pari opportunità come struttura di supporto della Presidenza sulle questioni femminili. • Legge 25/89 che eleva a quaranta anni la data di partecipazione ai concorsi pubblici, come sollecitato dalla Commissiona nazionale di parità per consentire anche alle donne che non abbiano potuto dedicarsi ad attività lavorativa in età giovanile, perché impegnate in incombenze familiari, di inserirsi nel mondo del lavoro. • Delibera 6/10/89 del Consiglio della magistratura militare che consente alle donne l’accesso alla magistratura militare.

  11. Gli anni ‘90 • Legge 979/90 sull’indennità di maternità per le libere professioniste (sempre in attuazione della direttiva CEE 86/613). • Legge 379/90 sulla tutela della maternità per le libere professioniste. • Legge 164/90 che va a normare la Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

  12. Gli anni ’90 (segue) • Legge 125/1991 sulle Azioni positive per la realizzazione delle pari opportunità nel campo del lavoro (viene introdotta la problematica delle discriminazioni indirette). • Legge 166/91 sul trattamento economico delle lavoratrici madri dipendenti da amministrazioni pubbliche. • Legge 215/92 sulle Azioni positive in favore della imprenditoria femminile.

  13. Gli anni ’90 (segue) • Legge 81/93 in cui viene sancito l’obbligo per gli enti comunali e provinciali di stabilire norme per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organismi collegiali, nonché negli enti, aziende e istituzioni da essi dipendenti.Legge 277/93 per la Camera basata su collegi uninominali maggioritari per il 75% e una quota proporzionale del 25% che prevede l'alternanza fra uomini e donne nelle liste.

  14. Gli anni ’90 (segue) • Legge 236/93, art. 6 sul vincolo, nei licenziamenti collettivi, di non effettuare espulsioni di lavoratrici in misura percentuale superiore a quella del personale femminile occupato nell’impresa delle medesime dimensioni e con interventi a favore delle lavoratrici madri durante la mobilità.Decreto legislativo n. 29/93, sulla parità e pari opportunità sia per l’accesso al lavoro sia per il trattamento sul lavoro relativamente alla gestione delle risorse umane (art.7) e sulla istituzione delle quote di donne nelle commissioni di concorso, sulla pari dignità di uomini e di donne sul lavoro e sulla partecipazione delle dipendenti delle Pubbliche amministrazioni ai corsi di formazione e di aggiornamento professionale (art. 61).

  15. Gli anni ’90 (segue) • Legge 332/95, art.5 che modifica l’art. 275, 4°c del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di custodia cautelare in carcere di donne incinte o madri fino al compimento del terzo anno d’età del figlio. • Legge 66/96 sulla violenza sessuale. Essa classifica come reato contro la persona il reato di violenza sessuale (che include sia la violenza carnale vera e propria che gli atti di libidine violenti, di solito perpetrati nei confronti dei minori) così mutando la qualificazione della normativa precedente che lo definiva reato contro la morale. In tal modo viene restituita dignità alla vittima, finalmente considerata “persona”, mentre si è cercato di punire il reato in modo tale (con pena gradabile tra i tre e i cinque anni) che non fosse possibile il patteggiamento, di modo che lo stupratore non restasse sostanzialmente impunito. • Legge 52/96 con cui viene recepita la normativa europea in tema di parità di trattamento tra uomini e donne. • DL 645/96 recepisce la direttiva 92/85/CEE sul miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in allattamento solo per quanto riguarda la parte relativa alla salute.

  16. Gli anni ’90 (segue) • Direttiva del 7 marzo 1997 del presidente del Consiglio dei ministri On. Romano Prodi, in favore di azioni volte a promuovere l’attribuzione di poteri e responsabilità delle donne, a riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a donne e uomini. • Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 405/97 di istituzione ed organizzazione del Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito della Presidenza del Consiglio. • Decreto del Ministro dell’Agricoltura che istituisce l’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria femminile ed il lavoro in agricoltura. • Decreto del Ministro delle Pari Opportunità che istituisce la Commissione per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e l’osservatorio per l’imprenditorialità femminile.

  17. Fine anni ‘90 • Legge 285/97 sulla promozione di diritti ed opportunità per l’infanzia e l’adolescenza. Prevede servizi per l’infanzia e sostegno della relazione genitori/figli. • Legge 25/99 (legge comunitaria 1998). L’art. 17 di tale legge, al fine di adeguare la legge italiana alla sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee 4 dicembre 1997, ha abrogato il divieto del lavoro notturno per le lavoratrici tessili (per le altre lavoratrici il divieto non operava già in precedenza), escludendo però comunque dalla prestazione di lavoro notturno le donne in stato di gravidanza fino ai tre anni di età del minore, ovvero le lavoratrici con disabili a carico. • Legge 157/99 in materia di rimborso delle spese elettorali. L’art. 3, comma 1 di tale legge mira a favorire la partecipazione attiva delle donne nella vita politica, disponendo che “ogni partito o movimento politico destina una quota pari ad almeno il 5% dei rimborsi ricevuti per consultazioni elettorali ad iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica”.

  18. Fine anni ’90 (segue) • Legge 380/99 sull’istituzione del servizio militare volontario femminile e sull’accesso delle donne a tutti i ruoli, compresi quelli operativi, e consente il raggiungimento dei più alti livelli di carriera in termini di assoluta parità rispetto agli uomini.

  19. 2000 • Legge 53/00 che prevede disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità (congedi parentali), per il diritto di cura e per il coordinamento dei tempi delle città. • Dl 196/00 che disciplina l’attività delle consigliere e dei consiglieri di parità e fornisce disposizioni in materia di azioni positive. Precedentemente tale materia era disciplinata dalla legge 125/91, art. 10.

  20. 2001 • Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 • "Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione" • Legge Costituzionale 31 gennaio 2001, n. 2 • "Disposizioni concernenti l'elezione diretta dei presidenti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano" •  Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 • "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche"

  21. 2003 • Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 215 • "Attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica“disponendo le misure necessarie affinche' le differenze di razza o di origine etnica non siano causa di discriminazione, anche in un'otticache tenga conto del diverso impatto che le stesse forme di discriminazionepossono avere su donne e uomini, nonche' dell'esistenza di forme di razzismo a carattere culturale e religioso

  22. Legge 1204/71 per la tutela delle lavoratrici madri E’ una legge ancora oggi vigente. Prevede: 5 mesi di congedo obbligatorio retribuito divieto di licenziamento della lavoratrice fino al compimento di un anno d’ età dei figli divieto di lavoro notturno e pesante Indietro

  23. Legge 53/2000 sui congedi parentali • Il ciclo delle leggi sulla tutela della maternità si chiude con l’approvazione della legge 53/00 sui congedi parentali. E’ la prima legge che coinvolge i padri nella condivisione della cura dei figli, nell’interesse principale di questi ultimi. • Con questa legge viene attuato un passaggio culturale significativo, sotto il profilo giuridico. Indietro

  24. Legge 9037/1977 - La prima legge di parità • Questa legge è stata sollecitata da alcune Direttive europee del 1975 e ’76, sulla parità di retribuzione e la possibilità di adottare Azioni positive. • Le Direttive europee entrano nel nostro ordinamento giuridico in quanto dobbiamo uniformarci ai principi che dettano. Indietro

  25. Legge 9037/1977 - La prima legge di parità • La legge del 1977 è la prima legge che vieta le discriminazioni nell’accesso al lavoro e sul lavoro verso le donne: • per la prima volta coinvolge i padri nella cura dei figli in quanto prevede che possano usufruire dei congedi per la malattia dei figli • le lavoratrici possono rimanere al lavoro fino al raggiungimento dei contributi necessari per ottenere la pensione • vieta il lavoro notturno (oggi per uniformarci alla direttiva europea questo divieto è caduto) Indietro

  26. Legge 9037/1977 - La prima legge di parità Ma: • non definisce il concetto di discriminazione indiretta • non prevede l’inversione dell’onere della prova • le sanzioni previste per chi discrimina sono irrisorie Indietro

  27. Anni 70 - Femminismo e richiesta delle donne del riconoscimento della loro diversità come valore. • La teoria della differenza di genere elaborata dal movimento femminista, ha fatto sì che le leggi che seguirono tenessero conto della necessità di darsi degli strumenti legislativi che, seguendo il dettato costituzionale, promuovessero condizioni per rendere effettivo il diritto al lavoro per le donne. Indietro

  28. Legge 125/1991 “Azioni positive per la parità uomo-donna nel lavoro” • Con la legge 125 si attua il passaggio dalla parità giuridica formale, alla parità sostanziale. • E’ stata chiamata la legge della differenza che viene riconosciuta prevedendo strumenti opportuni per la realizzazione della parità uomo-donna nei luoghi di lavoro. • Tali strumenti vengono definiti azioni positive: si tratta di strategie adottate per correggere lo scarto che non permette la reale uguaglianza tra i sessi. Indietro

  29. Legge 125/1991 “Azioni positive per la parità uomo-donna nel lavoro” • Questa legge ripara i limiti della 903/77. • Definisce la discriminazione indiretta quale trattamento pregiudizievole che ha come conseguenza lo svantaggio per uno dei due sessi • Prevede azioni positive rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità nell’accesso al lavoro, nella formazione, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa, nell’orientamento scolastico e per favorire il lavoro autonomo • Prevede azioni positive per superare un’organizzazione e una distribuzione del lavoro, che provocano effetti diversi a seconda del sesso • Promuove l’inserimento delle donne nei settori di attività dove sono sottorappresentate Indietro

  30. Consigliere di Parità nazionale, regionale e provinciale. • Tra gli strumenti per l’applicazione corretta della legge è stata prevista la figura delle consigliere di parità nazionale, regionale e provinciale. • Le Consigliere di Parità operano su due fronti: la promozione delle azioni positive e la lotta alle discriminazioni verso le lavoratrici. Indietro

  31. Consigliere di Parità • Tra gli strumenti per l’applicazione corretta della legge è stata prevista la figura delle Consigliere di Parità nazionale, regionale e provinciale. • Le Consigliere di Parità operano su due fronti: la promozione delle azioni positive e la lotta alle discriminazioni verso le lavoratrici. Indietro

  32. Norme per le Aziende • Le aziende con più di 100 dipendenti devono presentare ogni due anni una relazione sulla situazione del personale. • Sono previsti finanziamenti per l’attuazione di azioni positive nelle aziende relative alla riorganizzazione aziendale che tenga conto del riequilibrio delle mansioni, delle carriere, di una distribuzione delle fasce orarie in rapporto al bisogno di conciliare famiglia e lavoro. Indietro

  33. Alcuni strumenti per la realizzazione di azioni positive Flessibilità oraria in entrata e uscita Riorganizzazione aziendale Formazione per favorire un miglior inserimento delle donne nel mondo del lavoro Part time Job sharing o lavoro ripartito Servizi all’infanzia, centri di aggregazione giovanile Congedi parentali per padri e madri fino all’ottavo anno di vita del figlio Consigliere di parità cui rivolgersi Banca del tempo, delle ore Tempi della città Eliminazione della burocrazia inutile, ecc. Indietro

  34. Fine Indietro

More Related