1 / 126

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DDAI)

IC PORTO VIRO 28.11.2012. IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DDAI). Girardi Silvia, Pedagogista, Esperta in Psicopatologia dell’Apprendimento, SOCIA AIRIPA, ADHD HT. ... DOVE ERAVAMO RIMASTI. L’INTERVENTO A SCUOLA. Predisposizione di un ambiente facilitante

Download Presentation

IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DDAI)

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. IC PORTO VIRO 28.11.2012 IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’(DDAI) Girardi Silvia, Pedagogista, Esperta in Psicopatologia dell’Apprendimento, SOCIA AIRIPA, ADHD HT

  2. ... DOVE ERAVAMO RIMASTI ...

  3. L’INTERVENTO A SCUOLA • Predisposizione di un ambiente facilitante • Gestione delle lezioni • La metacognizione e la didattica metacognitiva

  4. OBIETTIVO PRINCIPALE DI UN INTERVENTO PSICOLOGICO IN ETA’ EVOLUTIVA E’ IL BENESSERE DEL BAMBINO “STARE BENE” NEGLI AMBIENTI IN CUI E’ INSERITO, ESPRIMENDO AL MEGLIO LE SUE POTENZIALITA’, IN CONNESSIONE CON LA FASE DI CRESCITA CHE STA ATTRAVERSANDO.

  5. Questi bambini sono una costante preoccupazione per gli insegnanti costretti a pensare ogni giorno quali atteggiamenti adottare per contenere il loro comportamento.Esistono alcuni accorgimenti che permettono ai docenti di ridurre la gravità delle manifestazioni tipiche.

  6. … CARATTERISTICHE DI INSTABILITA’ E IRREQUIETEZZA IN ETA’ PRE-SCOLARE POSSONO DIVENTARE FATTORI DI RISCHIO SUCCESSIVI PER L’INSORGENZA DI PROBLEMATICHE PIU’ GRAVI IN ETA’ ADOLESCENZIALE … L’INDIVIDUAZIONE PRECOCE E LA PRESA IN CARICO, IN ETA’ DI SCUOLA PRIMARIA, FAVORISCE LA PREVENZIONE DI DISTURBI PSICHIATRICI ASSOCIATI

  7. L’APPROCCIO EVOLUTIVO CI PERMETTE DI AFFRONTARE LA PROBLEMATICA TENENDO CONTO DEL CAMBIAMENTO ESPRESSIVO DEL DISTURBO STESSO AL FINE DI RISPONDERE ADEGUATAMENTE AI BISOGNI CHE CAMBIANO CON L’ETA’

  8. SCUOLA DELL’INFANZIA • BISOGNO IRREFRENABILE DI MOVIMENTO • NECESSITA’ DI CAMBIARE SPESSO ATTIVITA’ • RICERCA DI NOVITA’ E STIMOLAZIONI SEMPRE PIU’ ECCITANTI VELOCE SATURAZIONE E ABBASSAMENTO DELLA MOTIVAZIONE

  9. SCUOLA PRIMARIA L’INGRESSO NELLA SCUOLA PRIMARIA, L’AUMENTO DELLE RICHIESTE DA PARTE DEGLI INSEGNANTI, DETERMINA UN PARALLELO INCREMENTO E INTRECCIO DI PROBLEMATICHE COGNITIVE E COMPORTAMENTALI. COSA SI RICHIEDE AL BAMBINO? • FLESSIBILITA’ COGNITIVA • PRONTEZZA • PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ • RISPETTO DEI TEMPI • ABILITA’ SOCIALI

  10. E’ POSSIBILE OSSERVARE UNA VARIABILITA’ DI COMPORTAMENTO CHE DISORIENTA GLI INSEGNANTI … SE SI APPROFONDISCE L’OSSERVAZIONE SI PUO’ NOTARE CHE IL BAMBINO RENDE NELLE ATTIVITA’ CHE RICHIEDONO: • POCO SFORZO • MINOR TEMPO • CONTROLLO IMMEDIATO DELLA CORRETTEZZA (CON CONSEGUENTE RINFORZO)

  11. SCUOLA SECONDARIA • INTERVENTI POCO OPPORTUNI • DIMENTICANZE (MATERIALE, STUDIO, COMPITI SCRITTI, INTERROGAZIONI …) • DISORDINE • MINOR IRREQUIETEZZA MOTORIA

  12. DALL’OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO ALLA CONCETTUALIZZAZIONE DELLE DIFFICOLTA’: CREAZIONE DI UNA RETE EDUCATIVA ALLO SCOPO DI DEFINIRE E ATTUARE UN PERCORSO COMUNE ED INTEGRATO.

  13. PUNTI DI FORZA • LIVELLO COGNITIVO NELLA NORMA (BUONA COMPRENSIONE) • MAGGIOR CONTROLLO SE: ATTIVITA’ INTERESSANTE, STRUTTURATA CON RISCONTRO IMMEDIATO

  14. ATTENZIONE ALLA DIVERGENZA NELLE ATTRIBUZIONI!!!!

  15. Una significativa remissione dei comportamenti problematici dei bambini con DDAI è maggiormente probabile impostando un intervento multifocale che coinvolga il bambino, i genitori ma anche gli insegnanti. Infatti quello scolastico è uno degli ambiti in cui le difficoltà caratteristiche del bambino iperattivo e disattento si manifestano in modo più evidente e con maggiore frequenza

  16. LE GRIGLIE DI OSSERVAZIONE

  17. Si tratta di esercizi utili ad allenare la consapevolezza sul funzionamento attentivo, evitando di cadere nella categorica sentenza: … non è mai attento! Il metodo ABC :

  18. ATTRAVERSO L’OSSERVAZIONE STRUTTURATA DI COMPORTAMENTI SELEZIONATI (TARGET) E’ POSSIBILE RINTRACCIARE EVENTUALI SITUAZIONI ANTECEDENTI CHE POSSANO FUNGERE DA STIMOLO INIZIALE PER LA LORO COMPARSA.

  19. OBIETTIVO PRINCIPALE: SUPPORTARE DALL’ESTERNO UNA FUNZIONE DI AUTOREGOLAZIONE DELLE RISORSE ATTENTIVE ED ESECUTIVE ATTRAVERSO SPECIFICI INTERVENTI E CONTEMPORANEAMENTE ALLENARE LA FUNZIONE STESSA.

  20. … III INCONTRO … • Dall’osservazione funzionale all’elaborazione del SISTEMA DI REGOLE e delle STRATEGIE DI CONTROLLO; • Gli interventi di prevenzione a scuola: i laboratori con il gruppo classe; • La gestione dell’emotività; • Buone prassi educative da esperienze scolastiche; • La figura dell’ ADHD HT: training di potenziamento a supporto di funzioni esecutive carenti.

  21. IL METODO ABC

  22. Il metodo ABC è un metodo semplice che permette di approfondire le osservazioni compiute rispetto alla frequenza di comparsa di un certo comportamento …

  23. Secondo questa tecnica, attraverso un’osservazione strutturata di comportamenti target è possibile individuare: • Situazioni ANTECEDENTI stimolo per la loro comparsa; • CONSEGUENZE associate a quei determinati comportamenti e che spesso possono RAFFORZARNE la comparsa.

  24. … DUE ESEMPI DI OSSERVAZIONE ABC … VALENZA POSITIVA VALENZA NEGATIVA

  25. PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA DEL METODO ABC PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA • Identificazione di precursori specifici e conseguenze prevedibili associate a determinati comportamenti di disattenzione e distrazione. • Incentiva il dialogo sulle difficoltà di attenzione. • Allena il bambino/ragazzo a cogliere le associazioni tra alcuni comportamenti e il suo stile attentivo. • Necessita di un lavoro di rete • Necessita di un intervento strutturato

  26. STRATEGIE DI INTERVENTO SUL COMPORTAMENTO Fornire strategie in tali contesti risponde ad un duplice obiettivo: • COMPENSARE funzioni carenti • ESERCITARE funzioni carenti Questo tipo di interventi si basa su due principi fondamentali: • GRADUALITA’ (atteggiamento mentale) • GRATIFICAZIONE

  27. ATTENZIONE!

  28. FERMEZZA E COERENZA NELLA DECISIONE

  29. … PER FARE UN ESEMPIO … REGOLA GENERICA REGOLA SPECIFICA • “FATE I BRAVI!” • “BISOGNA IMPEGNARSI” • “ALZARE LA MANO” • PARLARE A VOCE BASSA” N.B. OCCORRE SELEZIONARE AZIONI

  30. LE REGOLE NECESSITANO DI ESSERE SPIEGATE IN UN MOMENTO IN CUI VI E’ LA POSSIBILITA’ DI CONFRONTO E CONDIVISIONE … GRATIFICARE IL RISPETTO DELLA REGOLA AUMENTA LA PROBABILITA’ CHE IL COMPORTAMENTO POSITIVO SI RIPRESENTI, IL NON GRATIFICARE SVALUTA LA REGOLA STESSA!

  31. ESEMPI DI REGOLE CON SUPPORTO GRAFICO ALZO SEMPRE LA MANO ASPETTO IL MIO TURNO IL BAMBINO DEVE ESSERE COSTRUTTORE ATTIVO DEL PROCESSO DI GESTIONE COMPORTAMENTALE!

  32. IL CONTRATTO EDUCATIVO • Il contratto non estingue la complessità della problematica. • Il bambino non si attiva autonomamente nella gestione del proprio comportamento. • L’adulto (genitore/insegnante) assumono contemporaneamente il ruolo di motivatori e controllori.

  33. LA GESTIONE DEL COMPORTAMENTO • L’osservazione e l’analisi funzionale del comportamento • Il monitoraggio • L’uso di gratificazioni e punizioni

  34. … FACCIAMO UN PASSO INDIETRO …

  35. L’ACQUISIZIONE E LA MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO

  36. Quasi tutti i nostri comportamenti vengono appresi nelle relazioni con le persone e con l’ambiente.

  37. SECONDO LA LETTERATURA ABBIAMO IMPARATO AD ATTUARE ALCUNI COMPORTAMENTI IN BASE A DIVERSI MECCANISMI : • Apprendimento basato sulle conseguenze: quando un comportamento viene emesso è seguito da conseguenze positive, negative o neutre; la valenza delle conseguenze determinerà la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro. • Apprendimento osservativo: un comportamento osservato nelle altre persone può essere messo in atto e acquisito dal soggetto. Non tutti i modelli hanno la stessa efficacia.

  38. Apprendimento basato sull’associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati (condizionamento classico): la risposta condizionata avviene quando uno stimolo originariamente neutro, in seguito all’associazione con uno stimolo significativo, acquista la capacità di evocare lo stesso tipo di reazione provocata da tale stimolo. Un potente stimolo condizionato di tipo interno è costituito dal DIALOGO INTERIORE, cioè da quello che diciamo a noi stessi in determinate situazioni.

  39. Il DIALOGO INTERIORE è in grado di attivare risposte emotive condizionate quali ansia, collera, tristezza. E’ importante distinguere tra imparare un’azione o un comportamento ed eseguirlo nella realtà. • Il bambino sa che cosa fare? • Il bambino sa come farlo? • Il bambino sa quando farlo? Il bambino può conoscere quali sono i comportamenti o le abilità appropriati e quando esibirli, ma può non eseguirli ancora.

  40. ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO • I fattori che controllano un comportamento problema possono essere identificati e, in una certa misura, controllati con un intervento educativo. • Tale intervento non esclude a priori la punizione, ma l’individuazione precisa di situazioni stimolo rispetto a comportamenti negativi, permette di affrontare il problema in maniera alternativa.

  41. LE FASI DELL’ANALISI STRUTTURALE E FUNZIONALE Dopo aver identificato e definito accuratamente un comportamento problema ed aver scelto una tecnica di osservazione adeguata, si possono formulare delle ipotesi relative agli EVENTI ANTECEDENTI o CONSEGUENTIassociati a tale comportamento. Bailey propone una la lista dei quesiti utili nell’analisi strutturale/funzionale: Vi sono delle situazioni nelle quali il comportamento-problema si manifesta sempre oppure altre in cui non si presenta mai? Il soggetto manifesta tale comportamento per evitare una situazione frustrante o faticosa o per far fronte alla noia o alla solitudine? Il comportamento si presenta solo in presenza di determinate persone?

  42. A = SITUAZIONE, EVENTO SCATENANTE la maestra chiede di aprire il quaderno per il dettato B = COMPORTAMENTO Paolo inizia a urlare e a girare freneticamente tra i banchi C = CONSEGUENZA la maestra abbandona il compito e cerca di contenere Paolo; il resto della classe si lamenta

  43. DALL’OSSERVAZIONE ALLA MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO • Un programma di modificazione del comportamento si basa sulla sequenza di 3 componenti che costituiscono gli elementi fondamentali:

  44. EVENTI ANTECEDENTI Gli stimoli antecedenti sono vitali dato che dirigono il nostro comportamento; imparare a rispondere appropriatamente agli stimoli è un’abilità di adattamento dell’individuo. Gli eventi antecedenti rappresentano l’INPUT del sistema ABC Gli ANTECEDENTI possono essere: • REGOLE • ASPETTATIVE • COMUNICAZIONI • PENSIERI

  45. COMPORTAMENTO Il termine comportamento indica qualcosa di osservabile, di cui si può contare la frequenza e che si può modificare. Il comportamento non è ciò che il bambino non fa È necessario considerare che i comportamenti problematici rientrano in 4 categorie fondamentali: • Rapporti con i genitori • Rapporti con i fratelli • Rapporti con i compagni • Rapporti con se stessi.

More Related